
La città di Grindavík e la famosa Blue Lagoon, situate nel sud-ovest dell’Islanda, sono state evacuate a causa di una serie di terremoti che, secondo gli esperti, potrebbero preludere a un’imminente eruzione vulcanica.
L’“sciame sismico” è iniziato nelle prime ore del mattino nel cratere Sundhnúkagígar, come riportato dall’Ufficio Meteorologico Islandese (IMO). Le scosse sono state seguite da significativi cambiamenti di pressione e deformazioni nei pozzi di perforazione gestiti dalla compagnia energetica HS Orka. Gli esperti hanno interpretato questi fenomeni come un segnale chiaro dell’inizio di un’intrusione di magma, anche se il magma non ha ancora raggiunto la superficie, aumentando così la probabilità di un’eruzione imminente.
Nel corso dell’ultimo anno, la zona ha registrato sette eruzioni vulcaniche, l’ultima delle quali risale allo scorso novembre. Alla fine del 2023, la maggior parte dei circa 4.000 abitanti di Grindavík era già stata evacuata poco prima della prima eruzione nella zona. Da allora, la maggior parte delle abitazioni è stata venduta allo Stato e molti residenti hanno lasciato definitivamente la città, sebbene ci siano ancora circa 40 case occupate, secondo quanto riferito dal commissario di polizia locale.
Fino a marzo 2021, l’attività vulcanica nella regione era stata praticamente assente per otto secoli, ma l’aumento dell’attività sismica ha segnato l’inizio di una nuova fase di intensa attività vulcanica. I vulcanologi avvertono che la regione è entrata in una nuova era di attività vulcanica.
L’Islanda ospita ben 33 sistemi vulcanici attivi, il numero più alto di qualsiasi altro Paese europeo. L’isola si trova sulla dorsale medio-atlantica, una faglia nel fondale oceanico che separa le placche tettoniche eurasiatica e nordamericana, generando così terremoti e eruzioni vulcaniche.