Vai al contenuto

Pompei, ritrovato il rilievo funebre di una coppia a dimensioni reali

Pubblicato: 01/04/2025 15:05

Un uomo e una donna, scolpiti in dimensioni quasi naturali. È l’ultima scoperta di una campagna che riguarda la zona di Porta Sarno, dove si trova la necropoli dell’antica Pompei.

Il rilievo funerario e la tomba monumentale
Questo rilievo funerario che ritrae una coppia, parte di una tomba monumentale, è emerso durante uno scavo archeologico legato al progetto di ricerca ‘Investigating the Archaeology of Death in Pompeii’, realizzato dall’Universitat de València in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei, con la direzione scientifica di Llorenç Alapont.

Le sculture e la mostra
Le due sculture in rilievo sono state trasferite alla Palestra Grande degli scavi per il restauro e saranno tra i principali reperti in esposizione nella mostra ‘Essere donna nell’antica Pompei’, che aprirà il 16 aprile prossimo. I visitatori potranno anche osservare i delicati interventi di restauro in corso durante l’esposizione.

L’area degli scavi
L’area, oggetto di scavi a partire dallo scorso luglio, è situata in una zona già esplorata negli anni ’90 per la realizzazione del doppio binario della Circumvesuviana. Durante gli scavi del 1998 erano state individuate più di 50 sepolture a cremazione, accompagnate da stele funerarie e da un monumento funerario a forma di arco. Le indagini recenti hanno portato alla luce una tomba monumentale, caratterizzata da un ampio muro con nicchie e un rilievo raffigurante una figura femminile e una maschile, probabilmente una coppia coniugale.

Simbolismo e datazione
Gli accessori scolpiti sulla figura femminile potrebbero far pensare che fosse una sacerdotessa di Cerere. La qualità e lo stile arcaico delle sculture suggeriscono una datazione al tardo periodo repubblicano.

Il commento del direttore
“Questa campagna rappresenta un’opportunità preziosa per ampliare le ricerche e le attività di valorizzazione nell’area esterna delle mura di Pompei”, commenta Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico. “Grazie alla collaborazione con l’Università di Valencia, che aveva già contribuito alla scoperta della Tomba di Marco Venerio Secundio in questa stessa area, è stato possibile sviluppare un progetto multidisciplinare che ha coinvolto archeologi, architetti, restauratori e antropologi”.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure