
Una violenta aggressione si è consumata l’11 maggio 2024 all’interno di un ristorante di Milano, trasformato in teatro di un brutale pestaggio di gruppo. Un uomo di nazionalità romena, nel tentativo di sfuggire a un agguato, si è rifugiato nel locale, ma è stato raggiunto da oltre dieci persone, tra cui Francesco Lucci, fratello di Luca Lucci, noto esponente del tifo organizzato.
Le immagini mostrate nel processo, nato da un’inchiesta che ha portato a smantellare le curve di Milan e Inter, documentano la ferocia dell’assalto: la vittima viene prima spinta contro il muro, poi colpita al volto con pugni e calci. I tavoli e le sedie del locale vengono scaraventati addosso all’uomo, mentre piatti e bicchieri volano in sua direzione. Anche quando è a terra, continua a essere preso a calci, fino a subire un colpo di coltello.
Il motivo del raid
La vittima stessa ha raccontato la dinamica dell’aggressione agli inquirenti: “Mentre passavo vicino a loro mi hanno guardato, uno si è avvicinato e mi ha strappato la magliettina del Milan. Mi ha detto: tu devi morire”.
https://t.co/UQ9xMQP7HZ e #fabiocapello ma non solo ci hanno fatto 2 ⚽️⚽️ così con l'#ambienteromano…. #Milano #Roma
— NYoung (@RogerWatersPF) April 1, 2025
L’indagine, coordinata dai magistrati Sara Ombra e Paolo Storari, insieme alla squadra Mobile, ha portato alla luce una realtà di violenza organizzata, con legami tra il mondo ultrà e ambienti criminali. L’inchiesta ha messo sotto accusa figure di spicco delle tifoserie milanesi, facendo emergere un sistema di controllo e intimidazione che va oltre il semplice tifo sportivo.