
È stato condannato a due anni di reclusione l’istruttore di volo che si trovava a bordo del velivolo precipitato nel Tevere a maggio 2020. Nell’incidente perse la vita Daniele Papa, 22 anni, allievo pilota in addestramento. L’imputato è stato ritenuto responsabile di omicidio colposo, come contestato dalla Procura.
L’aereo, un biposto da addestramento, era decollato dall’aeroporto dell’Urbe per una serie di esercitazioni di atterraggio e risalita. Tuttavia, durante una di queste manovre, l’istruttore avrebbe perso il controllo del velivolo, tentando un disperato ammaraggio d’emergenza nel fiume.
Secondo l’accusa, il pilota sapeva bene delle “condizioni di vento avverso” e aveva il “pieno controllo dei comandi”, ma non avrebbe messo in atto le manovre correttive necessarie per garantire la sicurezza del volo. Il biposto si inabissò all’altezza di via Vitorchiano, nella zona nord della Capitale, mentre l’istruttore riuscì a mettersi in salvo raggiungendo la riva.
Il corpo di Daniele Papa venne ritrovato soltanto due giorni dopo l’incidente, il 27 maggio 2020, dai sommozzatori dei vigili del fuoco.
Durante il processo, la difesa dell’istruttore ha cercato di dimostrare che si era trattato di un tragico incidente inevitabile, sostenendo che tutte le procedure erano state seguite correttamente. Tuttavia, la Procura ha evidenziato che le condizioni meteorologiche avverse erano note e che il volo avrebbe dovuto essere gestito con maggiore prudenza.
La famiglia della vittima ha seguito con dolore tutta la vicenda giudiziaria, sperando che si facesse chiarezza sulle cause dell’incidente. “Non si può accettare di perdere un figlio in questo modo”, ha dichiarato la madre di Daniele, sottolineando come la dinamica dell’incidente meritasse un’indagine approfondita.
La condanna a due anni rappresenta un punto di svolta per il caso, sebbene l’istruttore, essendo incensurato, abbia ottenuto la sospensione condizionale della pena.