
Meta non ha saldato i conti con il fisco italiano. Il gigante tecnologico fondato da Mark Zuckerberg ha scelto di non aderire alla proposta dell’Agenzia delle Entrate per la procedura di accertamento con adesione, lasciando scadere il termine di pagamento previsto per marzo senza saldare il debito.
Le autorità italiane accusano Meta di non aver dichiarato un imponibile di quasi 4 miliardi di euro tra il 2015 e il 2021, con una evasione fiscale dell’Iva superiore a 887 milioni di euro. La compagnia statunitense non ha, quindi, sistemato la sua situazione fiscale, e potrebbe trovarsi a dover affrontare azioni legali nelle sedi competenti. Inoltre, sul fronte penale, potrebbe esserci una richiesta di rinvio a giudizio per due direttori di Meta Platforms Ireland Limited, la divisione irlandese responsabile delle operazioni in Italia.
Le indagini
Secondo gli inquirenti, la società avrebbe offerto servizi digitali agli utenti italiani attraverso le piattaforme Facebook e Instagram, in cambio della gestione e acquisizione dei loro dati personali a scopi commerciali. Questa pratica è considerata una “permuta tra beni differenti” dagli investigatori, e, secondo loro, i dati personali dovrebbero essere soggetti a imposta sul valore aggiunto (Iva), poiché possiedono un valore economico.
Contemporaneamente, anche la Procura di Milano sta conducendo un’indagine su Twitter (ora X) per un presunto mancato pagamento dell’Iva di 12,5 milioni di euro nel periodo 2016-2022. Anche in questo caso, l’accusa riguarda l’offerta di servizi digitali in cambio dei dati personali degli utenti, senza versare le imposte dovute su tale scambio.
La posizione di Meta
Già a dicembre, al termine delle indagini, Meta aveva espresso un deciso disaccordo riguardo alle accuse, e la sua posizione non è cambiata nei mesi successivi. Non sono stati fatti tentativi di trovare un accordo con il fisco italiano, e ora i pubblici ministeri stanno lavorando a una revisione degli accuse. Questo potrebbe portare a una richiesta di rinvio a giudizio, creando così il precedente in Italia per trattare il valore fiscale e finanziario dei dati degli utenti sui social media.