Vai al contenuto

Trump, l’orco di Pollicino che divora l’America (e il resto del mondo)

Pubblicato: 02/04/2025 18:30

«Come vi immaginate l’orco? È Trump. Eccolo che arriva, ha una gran fame e si mangia tutto e tutti tranne i suoi figli. Viva la mia famiglia, viva me stesso e morte agli altri». Così lo scrittore Daniel Pennac, alla Bologna Children’s Book Fair, ha definito il presidente degli Stati Uniti. Un’osservazione acuta che ha suscitato l’ovazione del pubblico presente, ma che svela una verità scomoda: Trump non è Pollicino protagonista de Le Petit Poucet, ma l’orco che nel bosco della politica globale divora chiunque si metta sulla sua strada. 

Nella fiaba di Charles Perrault, l’orco non è solo un predatore affamato: è anche talmente accecato dalla propria voracità da divorare le sue stesse figlie, scambiandole per le prede di cui si voleva cibare. E oggi non è Pollicino a perdersi nel bosco, ma il mondo intero a trovarsi alla mercé di un orco che pare voler ingurgitare tutto: istituzioni, alleanze, mercati. Trump non ha lasciato briciole lungo il cammino, ha invece saccheggiato l’ordine economico con dazi e guerre commerciali, convinto di rafforzare gli Usa e ritrovarsi più potente. La sua furia però, proprio come nella famosa opera di Perrault, ha colpito anche chi gli era più vicino, le “figlie orchesse”, ossia le imprese americane penalizzate dalle tariffe, gli alleati storici abbandonati, il partito repubblicano. 

Eh sì, l’inquilino della Casa Bianca, che odia l’Europa non tanto per quello che è, ma per i valori di libertà, apertura e democrazia che rappresenta, ha puntato tutto su dazi, protezionismo, guerre commerciali, segni di una voracità che ha riscritto gli equilibri globali. La Cina non è rimasta a guardare, ha irrobustito specie negli ultimi mesi il proprio dominio economico. L’Europa, sotto la guida di Ursula von der Leyen, ha provato a reagire (seppur in maniera tardiva e scomposta), avendo compreso che l’America non è più il partner fidato. D’altronde, Pollicino insegna che intelligenza, astuzia e resilienza possono portare alla vittoria anche contro i nemici più agguerriti. L’ex dirigente della Bce Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività, ha lanciato l’allarme: senza una politica industriale solida, l’Europa rischia di essere trangugiata dalla geopolitica mondiale, proprio come Pollicino. In altre parole, il Vecchio Continente, secondo l’economista, non può restare spettatore, mentre l’orco banchetta.

E l’Italia? Non è diversa dai piccoli protagonisti della nota fiaba, che si ritrovano senza via di fuga, stretta tra la protezione dell’ombrello europeo e la tentazione di muoversi da sola. Inutile negarlo, l’Ue rischia di finire vittima delle stesse politiche che l’orco ha scatenato. Automotive, agroalimentare e altri settori già subiscono il peso delle tensioni globali e ora sono in pericolo per i dazi, voluti da Trump, che considera l’Europa una parassita, come ha detto giorni fa senza giri di parole. Una parassita da minacciare anche in materia di difesa, da escludere dai colloqui di pace sull’Ucraina. Non c’è nulla di buono, il sogno americano di Trump non è il nostro. Pennac ha ragione: quando l’orco di Pollicino si muove, non sta cercando di ritrovare la via di casa. Sta solo consumando tutto ciò che incontra, lasciando dietro di sé ruderi e rovine. 

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure