In una decisione del tutto straordinaria, l’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), solitamente prevista a maggio, è stata posticipata a novembre. La scelta è legata al rinvio della votazione sul documento finale dell’assemblea sinodale.
La necessità di un tempo di riflessione
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, ha spiegato le motivazioni alla base della decisione: “L’assemblea ha studiato il documento. Ci è sembrato necessario, viste le difficoltà emerse, avere un tempo sufficiente di sedimentazione del testo che unisca la necessità di arrivare a decisioni. Serve un tempo congruo di maturazione. È una decisione nelle cose. Prima venga approvato il testo, poi l’Assemblea lo esaminerà: mi sembra una bella testimonianza di cammino. Una decisione unanime”.
Uno slittamento così significativo è un evento raro nella storia della Chiesa italiana. Si era verificato solo in tre occasioni: in seguito alla morte di Giovanni Paolo II e durante la pandemia.
Un rinvio, non una bocciatura
Il documento, che affronta temi delicati come il ruolo delle donne, le coppie omosessuali e la trasparenza economica, non è stato votato al termine dell’assemblea sinodale. Tuttavia, monsignor Erio Castellucci, presidente del Comitato, ha chiarito: “Non si tratta di una bocciatura, ma di un rinvio a ottobre. Stamattina c’è stato anche un applauso liberatorio, a dimostrazione che c’è stato ascolto”.
Questo rinvio offre ai membri della CEI un tempo di riflessione per affrontare in maniera più approfondita le questioni emerse durante il sinodo. La scelta di posticipare l’Assemblea generale conferma la volontà della Chiesa di procedere con cautela, garantendo un confronto più maturo e condiviso sui temi in discussione.