Vai al contenuto

Giorgia Meloni e le elezioni anticipate: una tentazione che diventa sempre più forte

Pubblicato: 03/04/2025 10:00

Giorgia Meloni e il suo braccio destro, Giovanbattista Fazzolari, stanno seriamente considerando l’idea di elezioni anticipate al 2026, un anno prima della scadenza naturale della legislatura. Una decisione che avrebbe implicazioni di vasta portata sul panorama politico italiano e che si inserisce in un contesto di crescenti tensioni interne alla maggioranza.

Uno dei motivi alla base di questa riflessione è la convinzione che Fratelli d’Italia abbia raggiunto il massimo nei consensi, tra il 25 e il 30%, senza però riuscire a sfondare ulteriormente. Allo stesso tempo, il centrodestra si trova di fronte a un’opposizione frammentata e litigiosa, incapace di costituire un vero pericolo elettorale. Andare al voto nel 2027, con una possibile recessione economica all’orizzonte, potrebbe invece rivelarsi un errore fatale per il partito di Giorgia Meloni.

Il fattore economico e il rischio recessione

A spingere ulteriormente la premier verso questa scelta c’è la crescente incertezza economica. I dazi imposti da Trump, infatti, potrebbero alimentare inflazione, perdita di posti di lavoro e un calo del PIL. Meloni, che oggi esulta per il record di occupati, sa bene che la guerra commerciale scatenata dal trumpismo potrebbe presto cambiare il quadro economico, rendendo difficile per il governo mantenere il consenso attuale.

Il voto anticipato permetterebbe a Fratelli d’Italia di consolidare la propria leadership e ridimensionare il ruolo della Lega, stabilmente sotto il 10% nei sondaggi. Per Matteo Salvini, sempre più isolato all’interno della coalizione, si aprirebbe una difficile partita politica: con chi si alleerebbe in caso di rottura? Con Schlein e Conte? Con Calenda e Renzi? O con le frange più estreme della destra extraparlamentare?

La realtà è che il leader leghista, dopo una fase di scontro, sarebbe costretto a tornare all’ovile meloniano. C’è poi un ulteriore fattore che alimenta l’idea delle elezioni anticipate: nel 2029, quando si voterà per il prossimo Presidente della Repubblica, Giorgia Meloni avrà 50 anni, l’età minima per essere eletta al Quirinale. E chiunque abbia esperienza politica sa quanto questo obiettivo sia allettante per qualsiasi leader.

Il nodo Forza Italia e le tensioni con la famiglia Berlusconi

Un altro elemento di instabilità riguarda Forza Italia. I rapporti tra Meloni e i Berlusconi sono complessi: Marina e Pier Silvio non nascondono le loro perplessità di fronte a un governo sempre più sbilanciato su posizioni eurocritiche e filo-trumpiane. Ma la possibilità di un’alleanza con la sinistra appare remota, visto il pragmatismo della Famiglia di Arcore, attenta alla gestione degli interessi economici legati al partito.

Dentro Forza Italia, però, cresce l’irritazione verso la gestione accondiscendente di Antonio Tajani, considerato troppo morbido con la premier. Nel partito si sogna un ritorno alle origini, con una leadership più forte e indipendente. Il problema è trovare l’uomo giusto. In passato, Silvio Berlusconi aveva individuato Guido Crosetto come possibile guida del partito, ma un improvviso ripensamento – probabilmente influenzato da Marta Fascina e Antonio Angelucci – fece saltare l’operazione.

La mossa di Meloni

L’idea di portare l’Italia alle urne nel 2026 appare come un’ipotesi sempre più concreta: una strategia politica calcolata. Tra economia incerta, un’opposizione debole e l’opportunità di blindare la maggioranza, Meloni potrebbe decidere di giocare d’anticipo, mettendo in difficoltà gli avversari e consolidando il suo ruolo di leader incontrastata del centrodestra italiano.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure