
Il centrodestra ha presentato un emendamento che chiede di modificare la legge elettorale per le amministrative. Il progetto è di far saltare il ballottaggio nei comuni sopra i 15mila abitanti se un candidato ottiene almeno il 40% dei voti al primo turno.
Un emendamento al che, secondo la sinistra, ha il sapore di un colpo di mano e che sta già facendo infuriare le opposizioni, che parlano apertamente di “furto di democrazia”. Anche l’Anci storce il naso, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa cerca di smorzare i toni: “Ascolterò le opposizioni, ma non mi scandalizzo“.
Accuse gravissime dalle opposizioni
Nel centrosinistra è scattato l’allarme rosso. Il senatore del Pd Dario Parrini usa parole di fuoco: “Sono senza vergogna. Un furto di democrazia nel metodo e nel merito. Un abuso colossale che stravolge un sistema elettorale che funziona da 32 anni“. Gli fa eco Peppe De Cristofaro, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, che definisce l’emendamento “un atto gravissimo” e “un abuso che altera la rappresentanza democratica”.
L’accusa è chiara: la destra starebbe cambiando le regole per pura convenienza elettorale, forzando una norma che rischia di consegnare le amministrazioni locali a candidati di minoranza. E a rendere tutto ancora più indigesto, c’è il premio di maggioranza del 20% che potrebbe stravolgere gli equilibri dei consigli comunali.

Contrarie anche le associazioni
A bocciare la proposta non ci sono solo le opposizioni. Anche l’Associazione Nazionale Comuni Italiani si schiera contro la modifica e chiede alla maggioranza di fare marcia indietro. Gaetano Manfredi, presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, ricorda che questo sistema elettorale ha garantito stabilità per decenni.
Il Sindaco critica anche la scelta di non aver coinvolto i Comuni nel dibattito: “Speriamo in un ripensamento. Questa legge funziona ed è la migliore che abbiamo”. Un messaggio per chi vorrebbe stravolgere il meccanismo delle elezioni comunali senza prima un reale confronto istituzionale.
I timori di un duro scontro istituzionale
Dall’altra parte della barricata, Ignazio La Russa cerca di non alimentare le tensioni: “Tutto sarà fatto secondo le regole. Vedremo se questa modifica è compatibile con il decreto”. Una risposta che non chiude la questione, ma che lascia intendere che la discussione è tutt’altro che chiusa.
Il fronte è aperto e il clima politico si surriscalda. Se l’emendamento dovesse passare senza modifiche, si profilano barricate in Parlamento e uno scontro istituzionale pesante. L’opposizione è pronta a fare di tutto per fermare un provvedimento che considera un attacco diretto alla democrazia locale. Ma la maggioranza non molla la presa. La partita è ancora aperta.