
Nell’era della tecnologia, anche le ideologie si fanno app. Esattamente, stanno spuntando qua e là delle vere e proprie app di boicottaggio. Strumenti, cioè, che ti dicono quali sono i prodotti da non comprare. Da sempre, si sa, il diniego economico è infatti uno strumento di protesta e di pressione politica. E adesso lo smartphone arriva in tuo soccorso, suggerendoti quali prodotti non comprare se non sei d’accordo, ad esempio, con i dazi americani imposti da Trump o se non vuoi comprare, per una tua convinzione personale, prodotti fatti in Israele, o prodotti realizzati in luoghi dove si sa che si impiega mano d’opera minorile. In questo modo l’utente non ha più bisogno di scorrere lunghe liste di marchi da evitare, ma basta semplicemente aprire l’app, scansionare il codice a barre e capire se quel prodotto fa al caso nostro o se vogliamo boicottarlo.
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Le app di boicottaggio che stanno andando per la maggiore in questo momento sono proprio “No Thanks” e “Trump Tax”. La prima ha l’obiettivo di “boicottare Israele” e cavalca l’onda di un movimento nato durante la guerra tra Israele e Palestina. È stata creata da Mahmud Bashbash, sviluppatore di software di origine palestinese che vive a Budapest, e va a identificarere tutti i prodotti legati economicamente a Israele. Ma come funziona? Lo dicevamo nel paragrafo iniziale: si scansiona il codice a barre di un prodotto e l’app fornisce in modo istantaneo un responso: se la schermata è verde, l’acquisto è “approvato”, se è rossa, significa che il brand rientra nella lista dei marchi da boicottare. Lo stesso vale per l’app contro i dazi americani.

Questa invece si chiama “Trump Tax” e, come spiega Marco Trabucchi su Vanity Fair, è un’app pensata “per contrastare i dazi americani, aiutando i consumatori a scegliere prodotti italiani ed europei invece di quelli statunitensi”. È stata sviluppata dal gruppo Alleanza Verdi Sinistra e permette di scansionare il codice a barre dei prodotti “per scoprirne l’origine e orientare gli acquisti di conseguenza”. L’app consente così ai cittadini di individuare dove sono prodotte le merci e scegliere se acquistarle oppure no in base alle proprie convinzioni personali. Al momento “Trump Tax” è però disponibile solo per dispositivi Android, Apple si è invece rifiutata.