
New York – Il culto autoreferenziale di Donald Trump ha toccato una nuova vetta a bordo dell’Air Force One, dove il presidente degli Stati Uniti ha svelato in diretta la “Trump Card”, un esclusivo visto d’ingresso per milionari venduto alla cifra di cinque milioni di dollari. La carta, ribattezzata “Gold Card”, riproduce in rilievo l’effigie dorata del tycoon, immortalato in primo piano, con giacca e cravatta, a coronare un documento che più che un permesso di soggiorno ricorda una carta di credito di lusso.
Sul fronte, spiccano le scritte “United States of America” e “Trump Card”, incorniciate da nove stelle e dalla firma del presidente. In basso, accanto all’iconica aquila calva, simbolo americano, è impressa la cifra che garantisce l’accesso al sogno americano in formato esclusivo: 5.000.000.
Durante il volo verso Mar-a-Lago, Trump ha presentato il progetto ai giornalisti tra il serio e il faceto: “Qualcuno vuole acquistarla? Per cinque milioni può essere vostra. È la Gold Card. La Trump Card”. Una battuta in pieno stile presidenziale, arrivata a poche ore dalla peggior seduta di Wall Street degli ultimi cinque anni, crollata in scia all’annuncio di una nuova guerra commerciale lanciata dal presidente contro il resto del mondo.
Nonostante la cifra simbolica e l’ironia, il progetto è concreto. “Io sono il primo acquirente di questa carta”, ha detto Trump, esibendo la tessera. Sebbene lui non ne abbia bisogno, essendo cittadino americano, ha confermato che sarà disponibile entro due settimane.
Secondo il segretario al Commercio Howard Lutnick, più di mille “Trump Card” sono già state prenotate e oltre 37 milioni di persone in tutto il mondo avrebbero espresso interesse all’acquisto. Il progetto è una versione personalizzata e spettacolarizzata del classico visto EB-5, che consente la residenza a chi investe almeno un milione di dollari negli Stati Uniti.
Lutnick ha stimato che la nuova iniziativa, se portata a termine, potrebbe generare mille miliardi di dollari, risorse destinate a ridurre il deficit pubblico, oggi attestato a 36 mila miliardi. Una mossa che mescola marketing presidenziale, strategia economica e propaganda personalistica in un unico, scintillante biglietto d’ingresso.