
ROMA – Scontri in piazza del Pantheon, nel cuore della capitale, tra manifestanti contrari al nuovo decreto sicurezza e forze dell’ordine. I partecipanti al sit-in hanno cercato di forzare il blocco verso palazzo Chigi, lanciando bottiglie e scandendo slogan contro il provvedimento. Gli agenti hanno respinto il gruppo con l’uso di scudi antisommossa , evitando l’avanzata verso le sedi istituzionali. Il gruppo è poi tornato al centro della piazza.
Il clima di tensione in strada ha fatto da cornice alla riunione lampo del Consiglio dei ministri, durata appena mezz’ora, che ha dato il via libera al decreto legge contenente le modifiche richieste dal Quirinale al controverso disegno di legge sulla sicurezza. Le correzioni apportate dal governo segnano un evidente passo indietro rispetto alla versione originaria, soprattutto su alcuni punti critici, suscitando malumori nella Lega.
Cosa cambia nel nuovo testo
Scompare l’obbligo, previsto nel ddl, per pubbliche amministrazioni, enti di ricerca, università e società partecipate di fornire informazioni ai Servizi segreti anche in deroga alle norme sulla privacy. Una misura giudicata troppo invasiva dal Colle, e ora rimossa nella versione entrata a Palazzo Chigi.
Resta invece la norma che consente agli agenti dell’intelligence di infiltrarsi in associazioni mafiose, terroristiche o sovversive, partecipandovi anche in ruoli di direzione, in funzione di attività sotto copertura.
Tra gli altri interventi: viene chiarito che il reato di rivolta nelle carceri e nei Centri per il rimpatrio si configura solo in presenza di violazioni legate all’ordine e alla sicurezza, escludendo altre forme di disobbedienza. La rivolta non è invece contemplata nei Centri di accoglienza.
Per quanto riguarda le proteste contro le opere pubbliche, l’aggravante penale sarà limitata ai casi in cui si ostacolino infrastrutture strategiche per energia, trasporti, telecomunicazioni e servizi pubblici, superando la discrezionalità prevista nella formulazione iniziale.
Sul fronte dell’immigrazione, i migranti potranno ottenere una sim telefonica presentando un documento d’identità, e non più il permesso di soggiorno come stabilito dal ddl.
Modificato anche il regime delle aggravanti nei reati contro pubblici ufficiali: torneranno ad avere valore anche le attenuanti generiche, in linea con i principi di equità del diritto penale.
Infine, per le donne incinte o con figli sotto l’anno di età, la custodia cautelare non sarà più obbligatoriamente in un istituto attenuato: il giudice potrà valutare caso per caso, tenendo conto dell’interesse del minore anche in presenza di condotte gravi da parte della madre.
Le modifiche accolte cercano di rispondere ai rilievi istituzionali, ma aprono un fronte delicato all’interno della maggioranza, con la componente leghista che si sente penalizzata nel cuore della sua agenda securitaria.