
“Quando un nostro alleato va in piazza, noi diamo ascolto, anche se le differenze sono tante”, ha detto Elly Schlein, annunciando la nuova missione del suo partito. E così, la segretaria che qualcuno definisce “indecisa a tutto” ha annunciato con orgoglio che una delegazione Dem parteciperà alla manifestazione promossa dal Movimento 5 Stelle.
Peccato che Giuseppe Conte, quando si parla di campo largo, ripeta come un mantra che col Pd non vuole allearsi. L’avvocato dei 5S in realtà ultimamente ha preso posizioni molto forti, e se già prima c’era una certa distanza fra le sue idee e quelle delle varie parti del Pd (perché il Pd è diviso in tante parti, in questo momento, che la pensano diversamente su tutto tranne che sulla necessità di spodestare la Meloni), ora quella distanza si è ampliata.
A ogni domanda sulle elezioni o sulle coalizioni future, l’ex avvocato del popolo si affretta a precisare: “Nessuna alleanza col Partito Democratico. Nessuna.” E quando lo dicono i grillini, si sa, ci credono. Almeno per un po’.
La festa senza l’invito
Il Pd, invece, stavolta testardamente unitario, ha deciso di presentarsi lo stesso alla festa. Come quei parenti lontani che si autoinvitano al pranzo di Natale anche se sanno che nessuno ha apparecchiato per loro. “Le nostre posizioni non sono le stesse su tutto”, ha spiegato Schlein con tono pedagogico, “ma condividiamo la critica alla corsa al riarmo e all’Europa delle armi”. C’è un problema: Schlein parla a nome di un’ala del partito, ma che ne pensa l’altra, quella che ha votato a favore del riarmo?

“Siamo d’accordo sulla pace”
Poi c’è l’Ucraina, non proprio un tema secondario. E lì Schlein ammette candidamente che le “distanze restano”. Non piccole sfumature, sia chiaro: parliamo di sostegno militare, politica estera, rapporti con l’Occidente. Eppure, dice, “ci unisce la speranza nella pace”.
Bel mantra, quello sulla pace: ma su questo, Schlein, se ci pensa bene, è d’accordo con tutti: non ci risulta che esistano partiti che si siano mai schierati e favore della guerra e dei massacri. Tant’è. Mentre il Pd sventola ancora il vessillo del “campo largo”, Conte continua a seminare zizzania, a tenere le distanze, e soprattutto a prendersi una parte dei i voti del Pd. Ma al Nazareno non sembrano preoccupati, o forse sì, ma probabilmente non sono d’accordo nemmeno su questo.
La sindrome dell’ex
Alla fine, questa partecipazione al corteo sembra quasi una dichiarazione d’amore non corrisposto, un gesto un po masochista: per andare una festa, bisognerebbe essere invitati dal festeggiato, e non è questo il caso. Schlein spera che Conte apprezzi il suo gesto d’apertura, ma l’Avvocato è molto furbo e sicuramente avrà già in testa un piano per avvantaggiarsi. Mentre Elly e i suoi passano di piazza in piazza, sempre divisi e sempre coesi. Testardamente unitari, sì. Ma anche teneramente illusi.