
Stefano Argentino è attualmente in isolamento, sorvegliato giorno e notte. Da quattro giorni ha smesso di alimentarsi e di bere, rifiutando ogni forma di supporto. Gli avvocati che lo assistono hanno ricevuto l’invito a convincerlo a riprendere a mangiare. Continua a ripetere: “Voglio morire, voglio togliermi la vita”, mantenendo un atteggiamento chiuso e distaccato. L’unica affermazione rilasciata finora è stata: “Non volevo uccidere Sara, le volevo bene”.
Sara Campanella, studentessa siciliana di 22 anni, è stata uccisa lunedì a Messina. L’aggressione è durata pochi minuti, ma è stata letale. L’autopsia ha confermato che la ragazza è stata colpita con cinque coltellate, tre delle quali hanno raggiunto organi vitali: due alla schiena e una, fatale, al collo, recidendo la giugulare. Un altro fendente ha perforato un polmone. L’arma, una lama piuttosto lunga, è stata trovata nei pressi del luogo dell’aggressione, ma non è ancora certo che si tratti di quella utilizzata per colpire Sara.
Una morte violenta e improvvisa
Secondo la ricostruzione fornita dal medico legale Elvira Spagnolo, la giovane è morta dissanguata in pochi minuti. Il legale della famiglia Campanella, l’avvocata Concetta La Torre, ha spiegato: “Il colpo mortale è stato inferto al collo. Al momento non possiamo dire con certezza se Sara abbia tentato di difendersi”.
Intanto, emergono nuovi elementi sul rapporto tra vittima e aggressore. In alcuni audio diffusi di recente, Sara dichiarava con chiarezza: “Non c’è nessuna relazione, non è mai iniziata”. Una frase che oggi pesa come un macigno e aggiunge ulteriore drammaticità a un gesto che ha sconvolto amici, parenti e colleghi universitari.
Il dolore della famiglia è immenso, così come la richiesta di giustizia per una giovane vita spezzata con ferocia.