Vai al contenuto

Il campione di boxe Patrizio Oliva: “Mio padre si ubriacava, avevo paura uccidesse mia madre”

Pubblicato: 05/04/2025 17:14

Un oro olimpico conquistato a Mosca nel 1980, un titolo mondiale tra i professionisti e una passione immensa per la boxe. Questi sono solo alcuni dei traguardi che Patrizio Oliva, uno dei pugili più celebri della storia sportiva italiana, ha raggiunto nel corso della sua carriera. Ma dietro a questi successi c’è anche una vita segnata da drammatici momenti familiari, che l’ex pugile ha raccontato in una toccante intervista rilasciata a Radio Goal su Kiss Kiss Napoli.

Il dramma della morte del fratello Ciro

Patrizio Oliva è cresciuto nel quartiere di Poggioreale, a Napoli, dove ha vissuto un’infanzia difficile. Il momento che ha segnato la sua vita fu la prematura morte del fratello Ciro, che all’età di soli 15 anni perse la vita a causa di un tumore. Ciro, durante la malattia, aveva subito anche l’amputazione di una gamba. Patrizio, che all’epoca aveva solo 11 anni, ha ricordato con grande dolore quel periodo: «Mio padre dopo la morte di Ciro diventò un ubriacone e scatenava la sua ira su mia mamma. Non so quante notti son rimasto sveglio con la paura che uccidesse mia mamma». Nonostante le difficoltà familiari, Oliva ha sempre trovato nella boxe un modo per riscatto: «Quando sono diventato campione del mondo, ho pensato di aver fatto tutto ciò che potessi fare per mio fratello».

Il rapporto con i genitori e la crescita in una famiglia segnata dal dolore

Il rapporto di Oliva con i suoi genitori è sempre stato di grande affetto, ma le difficoltà che ha affrontato in giovane età, a causa della perdita del fratello, hanno influenzato profondamente il suo percorso. La figura paterna, segnata dalla tragedia, non riusciva a gestire il dolore, e ciò portò a una serie di problemi familiari che hanno segnato l’esistenza di Patrizio Oliva.

La lotta contro il degrado sociale a Napoli

Oggi, Patrizio Oliva è attivamente impegnato nella lotta contro il degrado sociale che affligge le strade di Napoli. Il suo impegno si concretizza in un’associazione chiamata Milleculure, che si occupa di togliere i bambini dalla strada e di aiutarli a crescere lontano dalla criminalità.

«Vedo giovani che perdono la luce della ragione, ci si accoltella per nulla. C’è la mancanza della famiglia. Oggi i genitori devono parlare di più coi figli, invece li lasciano da soli».

Oliva ha raccontato anche di aver resistito alle pressioni della criminalità giovanile quando da ragazzo si recava in palestra a piedi, rifiutandosi sempre di seguirli.

Il confronto con la violenza fuori dal ring

Nel corso dell’intervista, Oliva ha ricordato un episodio in cui si trovò a confrontarsi con la violenza, non dentro il ring, ma nella vita reale:

«Mi è successo solo una volta. Ero al Bar Daniele al Vomero, avevo appena vinto le Olimpiadi e fui aggredito da uno che scommise con gli amici che mi avrebbe picchiato. Io partii subito e gli diedi un colpo e lo stesi».

Un film sulla sua vita

Infine, Patrizio Oliva ha annunciato che la Rai sta lavorando a un film sulla sua vita, che ripercorrerà non solo la sua carriera da pugile e i suoi successi, ma anche i tanti momenti di difficoltà e le sue battaglie personali. Un racconto che si annuncia emozionante e che permetterà a tutti di conoscere più a fondo la vita di un campione che ha saputo superare enormi ostacoli sia dentro che fuori dal ring.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure