
Un video ritrovato nel telefono di un paramedico palestinese ucciso il 23 marzo scorso a Rafah, nella Striscia di Gaza, mette in discussione in modo netto la versione fornita dall’esercito israeliano (Idf) sull’uccisione di 15 operatori sanitari. Le immagini, della durata di sette minuti, mostrano un convoglio di ambulanze con luci accese, perfettamente riconoscibili nonostante l’ora notturna, con il logo della Mezzaluna rossa palestinese ben visibile. Il video, consegnato da un diplomatico dell’Onu al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e pubblicato dal New York Times, è stato girato da uno dei paramedici mentre si avvicinava all’area dell’intervento.
Nel filmato si vede un’ambulanza già colpita, ferma in diagonale sul ciglio della strada. Due soccorritori, in uniforme, scendono per prestare aiuto. Poi, il suono: una raffica di colpi. La telecamera si oscura ma continua a registrare l’audio. Cinque minuti di spari e grida. Tra queste, un uomo dice in arabo: “Ci sono gli israeliani”. Poi, le ultime parole del paramedico che sta filmando: recita la shahada, la formula di fede islamica, e un commosso addio alla madre: “Perdonami mamma, questo è il cammino che ho scelto…”.
“Un’esecuzione”: i corpi in una fossa comune
I 15 soccorritori sono stati ritrovati quattro giorni dopo, il 27 marzo, da un team di Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari), interrati in una fossa comune vicino al luogo dell’attacco, assieme ai resti delle ambulanze. Alcuni corpi presentavano fori di proiettile alla testa. Secondo il medico legale che ha effettuato le autopsie, diversi operatori mostrano segni compatibili con esecuzioni sommarie.
La versione dell’Idf smentita dal video
Il portavoce dell’Idf, colonnello Nadav Shoshani, aveva sostenuto che i mezzi si stavano muovendo “in modo sospetto” e “senza segnali luminosi o di emergenza”. Aveva anche parlato della presenza di miliziani a bordo. Di fronte alla diffusione delle immagini, l’esercito israeliano, che aveva promesso un’indagine interna, non ha rilasciato ulteriori commenti.
Parla la Mezzaluna rossa: “Non erano miliziani, erano soccorritori”
Nebal Farsakh, portavoce della Mezzaluna rossa palestinese, ha confermato che il paramedico autore del video è stato ritrovato tra i corpi nella fossa comune. Il suo nome non è stato reso pubblico per timore di rappresaglie ai familiari. “Aveva un foro di proiettile alla testa”, ha detto Farsakh. “Non era un combattente, era un soccorritore”.
Il filmato riapre interrogativi pesanti sulla condotta militare israeliana nelle operazioni a Gaza e rischia di accrescere ulteriormente la pressione diplomatica su Israele, già sotto accusa per l’alto numero di vittime civili nel conflitto.