
NEW YORK – L’eco del discorso di Donald Trump ha lasciato un’impronta visibile sugli scaffali dei negozi americani. «Le vendite di prosecco e di vino italiano, insieme a quelle di champagne francese, erano già in crescita. Ma dopo mercoledì sera e per tutta la giornata di giovedì, il negozio è stato preso d’assalto», racconta Neil Weinstock, titolare di una storica enoteca a Manhattan, vicino al Beacon Theater. «Nelle ultime ore gli affari sono andati bene. Ma non sono affatto ottimista su come andranno in futuro», aggiunge con un tono più preoccupato che entusiasta.
Di fronte, anche una commessa di Lululemon conferma: «Le vendite dei nostri pantacollant da yoga e delle magliette tecniche sono schizzate in alto». Il boom è nazionale: moltissimi americani, colti di sorpresa dall’annuncio dei nuovi dazi, sono passati in modalità “compra ora”, spinti dalla paura che i prezzi salgano. La lista degli articoli presi d’assalto va dai classici beni importati come caffè, cioccolato e salsa di soia, fino a prodotti tech e auto giapponesi, passando per icone locali come iPhone e Nike, prodotte però in Asia.
Non è ancora panico da lockdown, ma l’ansia si fa sentire. «La taglia 4 di quell’abito è sparita ovunque, anche online», sbotta un commesso di Club Monaco. E mentre il costo delle uova raggiunge livelli surreali — tanto da spingere qualcuno a dipingere patate per Pasqua — la paura dell’inflazione (stimata percepita al 57%) pesa come un macigno.
A infiammare gli animi, un post di Mark Cuban sulla piattaforma Bluesky: «Portate scatoloni e riempiteli di tutto, anche sapone e dentifricio. Comprate ora, perché con i dazi aumenterà tutto, anche i prodotti Made in USA».
Nei parcheggi dei mall, i carrelli pieni parlano chiaro. Come quello di Luiza Aguiterra, madre di tre figli: «Ho fatto scorta. Molto finirà nel congelatore. Ho detto ai miei figli che dovranno rinunciare agli avocado, anche se li adorano».
La nuova frontiera del sogno americano? Mais alla brace e purè di patate.