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In Giappone rischio mega-terremoto: “300mila morti”

Pubblicato: 06/04/2025 14:32

Un terremoto devastante nella Fossa del Nankai, lungo la costa meridionale del Giappone, potrebbe causare fino a 298.000 morti, secondo le stime aggiornate della task force governativa per la prevenzione dei disastri naturali. La previsione, pur mostrando un miglioramento rispetto alle proiezioni del 2012, resta drammaticamente distante dagli obiettivi di sicurezza fissati nel piano nazionale del 2014.

I recenti sforzi delle autorità locali, infatti, hanno permesso una riduzione delle vittime del 10%, ma il governo puntava a un taglio dell’80%. Lo studio evidenzia come le attuali strategie di evacuazione e le infrastrutture siano ancora inadeguate a fronteggiare un sisma di grande entità.

Tsunami e anziani: i fattori critici

La maggior parte dei decessi (215.000) sarebbe provocata dallo tsunami generato dal terremoto. La stima tiene conto del fatto che solo il 20% della popolazione riuscirebbe a mettersi in salvo immediatamente. In uno scenario ipotetico in cui il tasso di evacuazione raggiungesse il 70%, il numero di vittime scenderebbe a circa 94.000. Tuttavia, secondo gli analisti, si tratta di un traguardo poco realistico a causa del forte invecchiamento demografico che caratterizza la popolazione nipponica.

L’impatto previsto: vittime, danni e distruzioni

Nel caso peggiore – un terremoto di magnitudo 9 in una notte d’inverno, con epicentro nella regione di Tokai – la prefettura di Shizuoka sarebbe la più colpita, con 101.000 morti, seguita da Miyazaki (33.000) e Mie (29.000). Oltre ai decessi diretti, il governo stima per la prima volta anche tra 26.000 e 52.000 vittime indirette, dovute al peggioramento delle condizioni sanitarie nei centri di evacuazione.

L’effetto sulle infrastrutture sarebbe colossale: 764 comuni in 31 prefetture subirebbero scosse sismiche pari o superiori al grado 6 della scala giapponese (che arriva a 7), mentre le onde di tsunami raggiungerebbero altezze di almeno 3 metri. Si stima la distruzione totale di 2,35 milioni di edifici, un numero contenuto rispetto al passato grazie all’adeguamento sismico delle abitazioni.

Una minaccia concreta entro 30 anni

A livello economico, i danni ammonterebbero a circa 270.000 miliardi di yen (pari a 1.670 miliardi di euro), in aumento rispetto ai 214.000 miliardi calcolati nel 2012. Secondo i sismologi, c’è una probabilità tra il 70 e l’80% che un sisma di magnitudo 8 o 9 colpisca la Fossa del Nankai entro i prossimi 30 anni.

Una minaccia concreta e vicina, che mette il Giappone di fronte all’urgenza di ripensare le politiche di prevenzione e aumentare in modo significativo la resilienza del territorio e della popolazione.

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