
Si è spento a 91 anni, nella sua casa di via Foria a Napoli, il maestro Roberto De Simone, figura centrale e irripetibile della cultura italiana. Dopo una lunga malattia, De Simone è morto domenica sera alle 21.30, assistito dal nipote Alessandro De Simone. Poche settimane fa era stato dimesso dall’ospedale, ma le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. Sabato sera aveva cenato, era lucido. Domenica si è addormentato per non svegliarsi più. Inutili i tentativi del 118.
Musicologo, compositore, regista teatrale, innovatore, De Simone ha lasciato un segno profondo nel modo di intendere il teatro musicale e la tradizione popolare. Fondatore de “La Nuova Compagnia di Canto Popolare”, è stato l’artefice di un recupero colto e visionario della musica popolare meridionale, portandola alla dignità delle grandi arti. Il suo capolavoro resta “La Gatta Cenerentola”, opera che ha segnato una svolta epocale nella scena teatrale degli anni Settanta.
Dal 1981 al 1987 fu direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli, curando regie d’opera che restano memorabili. Nel 1995 fu nominato per chiara fama direttore del Conservatorio San Pietro a Majella, incarico che lasciò nel 2000, e dal 1998 era Accademico di Santa Cecilia.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti: nel 2003 il Premio Roberto Sanseverino, nel 2015 il Premio Nonino Risit d’Aur, fino alla massima onorificenza della Repubblica: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito nel 2019.
Figura schiva ma intensamente presente, Roberto De Simone ha attraversato la seconda metà del Novecento restando sempre fedele a un’idea profonda di cultura: quella che unisce radici e innovazione, memoria e sperimentazione, popolare ed erudito. Con lui se ne va non solo un artista, ma una voce che ha saputo far risuonare l’anima più autentica del Sud.