
È stata riconosciuta l’identità della donna ritrovata senza vita domenica 6 aprile lungo il greto del fiume Serio, ad Alzano Lombardo. Si tratta di una cittadina marocchina, nata nel 1981, descritta da chi la conosceva come una persona che aveva affrontato «una vita molto difficile». Anche se non residente nella provincia di Bergamo, pare avesse legami familiari nella zona.
Al momento le cause della morte restano da chiarire, e si attende l’esito dell’autopsia, in programma oggi alle 15.30 presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII. Fino ad allora, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, nonostante le indagini, coordinate dal pm Giulia Angeleri e condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo e dell’Aliquota operativa di Bergamo, siano orientate sull’ipotesi di omicidio.
Il cadavere è stato scoperto nei pressi del pilone di un ponte, in una zona poco frequentata. La vittima indossava solo la biancheria intima e una canotta. Un dettaglio che alimenta dubbi: se si fosse trattato di suicidio, perché si sarebbe tolta gli abiti prima di lanciarsi? Inoltre, non sono stati rilevati segni evidenti di violenza letale, come ferite da arma da taglio o da fuoco. Tuttavia, il corpo presenta alcune escoriazioni, che potrebbero essere compatibili con un trascinamento sul terreno.
Resta da capire da quanto tempo si trovasse lì: si ipotizza che la morte risalga a un paio di giorni prima del ritrovamento, ma nessuna conferma ufficiale è stata fornita. Gli elementi raccolti finora non convergono verso una sola ipotesi, lasciando spazio a diversi scenari investigativi.
Una delle possibilità al vaglio è che la donna sia stata uccisa altrove e poi trasportata sul posto. Tuttavia, il contesto isolato potrebbe anche suggerire che l’incontro con il suo eventuale aggressore sia avvenuto proprio lì, lontano da occhi indiscreti.
Per ora, restano aperte tutte le piste, in attesa che l’autopsia possa offrire qualche elemento in più per dare un volto alla verità.