
Un lungo corteo silenzioso ha accompagnato la salma di Sara Campanella, la studentessa di 22 anni uccisa il 31 marzo da un compagno di università che la perseguitava da tempo, fino alla chiesa di San Giovanni Battista, nel cuore di Misilmeri. La piazza e le strade circostanti erano gremite di persone: amici, conoscenti, cittadini comuni, tutti uniti in un dolore composto e profondo.

La bara bianca è stata portata a spalla dai familiari e dagli amici più stretti. I giovani presenti indossavano magliette nere con la scritta “No Violenza”, in segno di protesta e memoria. In mano, una foto di Sara e un palloncino a forma di cuore hanno accompagnato il corteo fino all’ingresso della chiesa. Un lungo e toccante applauso ha rotto il silenzioproprio mentre la bara saliva i gradini del sagrato.
All’esterno è stato allestito un maxischermo per permettere anche a chi non è riuscito a entrare in chiesa di seguire la cerimonia. Su alcune transenne, visibile a tutti, campeggiava lo striscione: “Nel ricordo di Sara, a difesa delle donne. Basta femminicidi”, lo stesso esposto il giorno prima allo stadio dalla curva nord del Palermo.
L'arrivo del feretro di Sara Campanella, la ragazza uccisa dal suo collega di università#Mattino5 pic.twitter.com/jZXXLfLNiZ
— Mattino5 (@mattino5) April 7, 2025
Presenti anche il sindaco di Messina, Federico Basile, che ha proclamato il lutto cittadino, e la rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari, che ha annunciato il conferimento postumo della laurea a Sara, studentessa in Tecniche di laboratorio biomedico.
Durante l’omelia, l’arcivescovo Corrado Lorefice ha pronunciato parole cariche di dolore e riflessione:
“Siamo qui sconvolti, davanti a un corpo martoriato. Perché? Perché questo strazio? La violenza ha distrutto la bellezza di Sara, delle sue relazioni, della vita che sognava di costruire”.

Un messaggio forte, che ha risuonato nel cuore di tutti i presenti: la memoria di Sara diventa simbolo di una battaglia che non può più aspettare.