
Oggi, martedì 8 aprile 2025, si è tenuta l’udienza per la semilibertà dell’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino. Inizialmente, l’udienza era prevista per il 4 marzo scorso, ma era stata rinviata a causa del cambio di giudice relatore, come spiegato dall’avvocato Paola Astarita, difensore di Schettino, che ha richiesto l’accesso al regime di semilibertà. Ora, la notizia: Schettino ha rinunciato alla semilibertà, come ha fatto sapere il suo legale Francesca Carnicelli: “Questa mattina abbiamo rinunciato alla richiesta di semilibertà perché ci sono difficoltà con la proposta lavorativa che era stata sottoposta al tribunale di Sorveglianza di Roma. Il procedimento è stato chiuso e il tribunale si è pronunciato con il non luogo a procedere. La rinuncia è stata fatta da Schettino e la decisione di chiudere il procedimento è arrivata da lui perché non c’erano le condizioni. Se in futuro ci saranno i presupposti per riproporla, lo faremo”.
Concordia, Schettino dal naufragio alla condanna
Schettino, condannato definitivamente nel 2017 a 16 anni di carcere per il naufragio della Costa Concordia avvenuto la notte del 12 gennaio 2012, quando la nave colpì uno scoglio vicino all’isola del Giglio, ha scontato più della metà della sua pena. Il tragico incidente causò la morte di 32 persone e lasciò centinaia di feriti. Dopo aver scontato un periodo di detenzione cautelare e una parte della pena, l’ex comandante ha raggiunto il limite che gli consente di fare richiesta per misure alternative alla detenzione.
L’avvocato Astarita ha confermato che, considerando anche il periodo di custodia cautelare, Schettino ha già scontato ampiamente la metà della sua pena. “È profondamente addolorato per l’accaduto e ha sempre accettato la sua condanna”, ha dichiarato Astarita, sottolineando come Schettino stia effettivamente pagando per le sue azioni. Inoltre, l’avvocato ha presentato una richiesta per permettere a Schettino di lavorare, proponendo l’associazione di Flavia Filippi, Seconda Chance, per offrirgli un’opportunità di reinserimento lavorativo. “Confidiamo che il tribunale faccia una valutazione serena”, ha aggiunto.