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Inchiesta su Leo La Russa: chiesta archiviazione per stupro, ma resta l’accusa di revenge porn

Pubblicato: 08/04/2025 13:36
Leo La Russa chiesta archiviazione

La procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per le accuse di violenza sessuale nei confronti di Leonardo Apache La Russa e Tommaso Gilardoni, indagati dopo la denuncia presentata da una ex compagna di scuola del figlio del presidente del Senato. Contestualmente, è stata disposta la chiusura delle indagini per la vicenda collegata al revenge porn, per cui si profila una richiesta di rinvio a giudizio.
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Dalla discoteca Apophis alla querela

I fatti risalgono alla notte tra il 18 e il 19 maggio 2023. La ragazza, allora ventiduenne, incontra Leonardo La Russa all’Apophis, nota discoteca milanese. Dopo aver bevuto un drink offertole dal giovane, si risveglia il mattino seguente nella casa della famiglia La Russa, nuda nel letto accanto all’amico. Leonardo le riferisce di un rapporto sessuale avvenuto anche con Tommaso Gilardoni, dj della serata. La ragazza, spaesata e senza ricordi, si reca il giorno stesso alla clinica Mangiagalli per una visita medica. Quaranta giorni dopo, presenta querela.

Indagini e consulenze

La pm Rosaria Stagnaro e la procuratrice aggiunta Letizia Mannella hanno coordinato un’indagine lunga e complessa, supportata dalla Squadra mobile. Sono stati sequestrati i telefoni dei due giovani: al loro interno, quattro video della serata. Sono stati ascoltati testimoni e analizzati i capelli della ragazza alla ricerca di tracce di Ghb, la cosiddetta droga dello stupro. Tuttavia, la sostanza è stata rilevata in quantità fisiologiche, non sufficienti a dimostrare una somministrazione illecita.

Un team di esperti, tra cui la docente di medicina legale Cristina Cattaneo, ha lavorato a una consulenza tecnica per stabilire se la ragazza fosse in grado di prestare consenso. A luglio 2024, a un anno dalla denuncia, la procura ha richiesto una proroga per completare gli accertamenti. Le indagini si sono formalmente concluse a marzo 2025.

Le versioni degli indagati

Durante gli interrogatori, entrambi gli indagati hanno sostenuto che i rapporti erano consenzienti. Leonardo La Russa, difeso dagli avvocati Adriano Bazzoni e Vinicio Nardo, ha negato l’uso di droghe e dichiarato che la ragazza sapeva della registrazione dei video. Gilardoni, rappresentato da Alessio Lanzi e Luigi Stortoni, ha confermato la versione del consenso, descrivendo la giovane come “lucida e consapevole”.

Il collegamento con l’inchiesta Equalize

Parallelamente, l’indagine ha incrociato quella sull’agenzia investigativa Equalize, nota per il caso dei dossier di via Pattari. Il 19 maggio 2023, gli investigatori privati compiono ricerche sulla famiglia La Russa. Secondo i verbali, Enrico Pazzali, presidente di Equalize, riceve una telefonata in cui viene informato della denuncia per stupro. Tuttavia, la telefonata avviene quando la notizia era già di dominio pubblico, facendo così cadere i sospetti di un coinvolgimento diretto di Ignazio La Russa.

La parola alla gip

Ora spetterà alla giudice per le indagini preliminari Rossana Mongiardo decidere se accogliere la richiesta di archiviazione per il reato di violenza sessuale. Intanto, la procura di Milano si prepara a chiedere il processo per il reato di revenge porn.

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