
La salute del pontefice preoccupa. La Santa Sede prova a rassicurare, ma l’orizzonte resta incerto
Città del Vaticano – “L’infezione ai polmoni è ancora presente”. A confermarlo è la sala stampa vaticana, che torna a informare sulle condizioni di Papa Francesco, convalescente a Casa Santa Marta dopo il recente ricovero al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. Un aggiornamento che, pur nella sua sobrietà, lascia trasparire più ombre che certezze.
Il pontefice, che ha sorpreso i fedeli domenica scorsa con una breve apparizione a Piazza San Pietro, in occasione del Giubileo degli Ammalati, ha compiuto quel gesto dopo averlo concordato con i medici. Un segno, certo, ma anche una forzatura simbolica: il Papa voleva esserci, nonostante tutto. E proprio quel “nonostante tutto” è oggi il nodo irrisolto.
Bergoglio sta lentamente tornando al lavoro, “riprendendo gradualmente gli incontri”. Lunedì ha ricevuto il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ma per il resto della giornata – e presumibilmente anche per quelle a venire – si limita a leggere documenti e mantenere i contatti con la Curia. Nessun programma definito, nessuna agenda pubblica fissa. Soltanto cautela.
Sull’eventuale partecipazione del Papa ai riti della Settimana Santa, si rimanda a valutazioni successive: “Vedremo evento per evento”, fanno sapere dal Vaticano. Ma il condizionale, in questi casi, pesa. Perché a quasi 88 anni, con un’infezione polmonare che tarda a risolversi e con una fragilità ormai evidente, ogni gesto diventa una prova. E ogni assenza, un silenzio che parla.
La prudenza dei medici, l’equilibrismo della comunicazione ufficiale e l’ostinazione affettuosa del pontefice si scontrano con la realtà dei fatti: il Papa non sta bene. E chi lo guida, oggi, guida con il fiatone. La speranza resiste, ma si muove lenta. Come lui.