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Roberto Zancan, il gioielliere subisce la sesta rapina e spara: “I ladri temono il piombo, ma i carabinieri indagano me”

Pubblicato: 08/04/2025 10:13
Roberto Zancan gioielliere rapina

Dieci anni dopo l’assalto che vide l’intervento armato del benzinaio Graziano Stacchio, il gioielliere Roberto Zancan è stato nuovamente preso di mira. Un commando di dieci persone ha cercato di fare esplodere il caveau del suo laboratorio a Vicenza, a pochi metri dal negozio già colpito nel 2015, quando uno dei rapinatori, Albano Cassol, rimase ucciso.
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Quella notte, mercoledì scorso, alle due del mattino, Zancan ha ricevuto l’allarme. “Sono sceso dal letto, ho preso la pistola, sono arrivato in azienda e mi sono accorto che stavano sfondando tutto”, ha raccontato a Quarta Repubblica, ospite di Nicola Porro. “Erano in dieci, un commando di paramilitari armati”.

Sparo in aria, poi l’attacco con gli estintori

Zancan ha cercato un riparo e ha urlato ai ladri di andarsene. Ha sparato tre colpi in aria. “Come se nulla fosse, sono venuti verso di me. Avevo il telecomando in tasca, ho aperto il cancello e loro con gli estintori in mano me li hanno spruzzati addosso. Ho sparato. Cosa dovevo fare? O me o te”. Questa volta nessuno è stato colpito. I rapinatori, sette già all’interno e tre all’esterno, hanno iniziato la fuga. “Quella gente lì adora l’oro ma teme il piombo – ha detto Zancan – O sei aggressivo come loro o ti affronteranno sempre”.

Zancan sotto indagine: “Sto diventando matto”

Nonostante la rapina sventata, all’arrivo delle guardie giurate e poi dei carabinieri, l’imprenditore si è ritrovato sotto indagine. “Invece di inseguire i banditi, hanno cercato i bossoli. Mi hanno sequestrato l’arma, poi sono venuti a casa a prendere anche le altre, tutte regolarmente registrate”. Il motivo? “Sulla notifica c’è scritto che trasportavo ingiustificatamente l’arma, ma ho l’autorizzazione a detenerle sia in fabbrica che a casa. Dovevo andare con una scopa?”

La paura e l’amarezza: “Mi aveva giurato che sarebbe tornato”

Uno dei ladri coinvolti nella rapina del 2015 sta per uscire di prigione. “Mi aveva giurato che sarebbe tornato”, ha detto Zancan, visibilmente provato. “Io non ho permesso che portassero via tutto. Lì dentro c’è la mia vita. È il posto di lavoro di 60 dipendenti”. L’assicurazione, invece di sostenerlo, ha deciso di revocargli la copertura. “Dopo l’ultima rapina mi hanno mandato una raccomandata: sono troppo a rischio. Per questo ho chiuso i punti vendita”.

“Qui indagano me, in altri Paesi avrebbero chiuso i colpevoli in galera”

Amara la riflessione finale dell’imprenditore: “In un altro Stato quei ladri sarebbero accusati di associazione a delinquere, porto abusivo d’armi, tentata rapina, tentato omicidio. Qui invece non vanno nemmeno in galera. Io sarò indagato perché ho sparato. Ma cosa dovevo fare? Sto diventando matto”.

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Ultimo Aggiornamento: 10/04/2025 08:28

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