
Oggi sono entrati in vigore i nuovi dazi “reciproci” imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump su numerosi alleati e paesi rivali, con l’obiettivo dichiarato di “ripristinare l’equità” e rilanciare il settore manifatturiero americano.
Le merci cinesi sono le principali bersaglie di questa nuova stretta, con dazi doganali che raggiungono il 104%. Questa decisione ha avuto un impatto negativo sulle borse asiatiche, con Tokyo in calo del 4,35%, mentre Shanghai ha provato a reagire guadagnando lo 0,65%. Più colpiti, però, Hang Seng (-1,82%) e l’S&P ASX 200 australiano, che cede l’1,97%.
Trump ha aumentato i dazi rispetto alle cifre inizialmente previste, dopo che Pechino non ha ceduto alla promessa di applicare ritorsioni del 34%. “Gli Stati Uniti sono stati derubati per oltre 50 anni, ma non accadrà più”, ha dichiarato Trump, annunciando i dazi più alti degli ultimi 100 anni. Poco prima che le tariffe entrassero in vigore, il presidente ha ripetuto le sue critiche: “La Cina ci ha trattato come morti, ora è il nostro turno di farli sentire la nostra forza”.
Dazi contro l’Unione Europea Nel mirino anche l’Europa, con nuove tariffe al 20% che colpiranno i prodotti importati dall’Unione. Bruxelles ha già preparato una lista di prodotti che, a partire dal 15 aprile, saranno oggetto di “controdazi” del 25%. Un’intensa resa dei conti commerciale, ma senza escludere il dialogo.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha sottolineato che Trump è aperto a negoziati con qualsiasi paese desideri un accordo. “Il presidente è pronto a parlare e trattare con chiunque chiami. Finché non si raggiungono intese, i dazi reciproci resteranno in vigore”, ha dichiarato. Meloni, quindi, potrebbe essere coinvolta in questo scambio diplomatico.
Trump e la “richiesta di accordo” dei Paesi Nel corso di una cena con il comitato nazionale dei repubblicani, Trump ha raccontato dei contatti con i Paesi desiderosi di negoziare. “Mi chiamano, stanno impazzendo per fare un accordo”, ha affermato, usando un linguaggio colorito per descrivere l’insistenza dei leader stranieri nel voler concludere un’intesa con gli Stati Uniti.
Le difficoltà interne: Trump ha anche risposto alle critiche di alcuni repubblicani che temono le ripercussioni economiche delle sue decisioni. “Vinceremo le elezioni di midterm, non c’è dubbio”, ha dichiarato, esprimendo fiducia nel successo della sua linea politica, anche contro i tentativi di alcune forze politiche di ridurre l’efficacia dei dazi attraverso leggi bipartisan.
Aumento dei prezzi e guerra commerciale Con l’introduzione dei nuovi dazi, il rischio di aumenti dei prezzi per i consumatori è concreto. Saranno infatti gli importatori, e non i paesi colpiti, a pagare il prezzo delle nuove tariffe, ma questo si tradurrà in costi più alti per i consumatori. Le aziende straniere, inoltre, potrebbero essere costrette a rifornirsi da paesi con tariffe inferiori, portando a una ripercussione economica globale.
Questi nuovi dazi alimentano ulteriormente una guerra commerciale globale, con la Cina pronta a rispondere alle azioni degli Stati Uniti, minacciando di raddoppiare i dazi contro gli americani. Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato che il paese “combatterà fino alla fine” per proteggere i suoi interessi, mentre Trump ha scritto su Truth Social che la Cina “vuole un accordo, ma non sa come iniziare”.