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“Giustizia per Mattia”: inizia a Istanbul il processo per l’omicidio del 14enne italo-turco, profanata la tomba

Pubblicato: 10/04/2025 14:49

Istanbul, 10 aprile 2025 – In centinaia si sono radunati davanti al tribunale di Istanbul per chiedere a gran voce giustizia per Mattia Ahmet Minguzzi, il ragazzo di 14 anni morto dopo essere stato aggredito lo scorso 24 gennaio in una strada del centro. Con cartelli, fiori, lacrime e abbracci, la folla – composta in gran parte da donne, giovani e anziane – ha dato vita a una manifestazione pacifica ma carica di dolore e rabbia.

Alcune tenevano in mano una foto del giovane, altre stringevano cartelli con la scritta “Fiore”, il soprannome con cui la madre, Yasemin Akıncılar, lo chiamava affettuosamente. Un gruppo, in disparte, ha pregato in silenzio mentre altri si abbracciavano tra le lacrime. A unirli, la memoria di un ragazzo descritto da tutti come sensibile e gentile, e il desiderio di vedere puniti i colpevoli.

Processo a porte chiuse
Il procedimento giudiziario si è aperto a porte chiuse, come previsto in Turchia quando gli imputati sono minorenni. Sotto accusa ci sono due adolescenti, già noti alle forze dell’ordine, detenuti con l’accusa di omicidio. Secondo l’avvocato della famiglia Minguzzi, Rezan Epozdemir, i due rischiano pene comprese tra i 18 e i 24 anni di carcere, non l’ergastolo aggravato, proprio per via della loro età.

“Non è solo giustizia, è dignità”
Fuori dall’aula, la voce della piazza è unanime. «Mattia è il figlio di tutti noi», ha detto Yigit Aktekin, amico di famiglia, al Corriere della Sera. «La gente è qui perché vuole che ciò che è successo non venga dimenticato, vuole rispetto, memoria e giustizia».

L’orrore nella notte: danneggiata la tomba
A rendere ancora più pesante il clima, la notizia che durante la notte la tomba di Mattia – nel cimitero di Bahçelievler – è stata vandalizzata. Un gesto vile, che ha scosso profondamente una famiglia già devastata dalla perdita. La polizia turca ha avviato un’indagine per risalire agli autori del danneggiamento.

Una città unita nel dolore
Il caso ha profondamente colpito l’opinione pubblica turca. Nei giorni scorsi, la famiglia ha ricevuto la visita del presidente Erdoğan e del leader dell’opposizione Özgür Özel, segno di un’attenzione istituzionale trasversale. Il padre di Mattia, Andrea Minguzzi, chef italiano, aveva chiarito in un’intervista che il figlio non conosceva i suoi aggressori e che l’assalto era stato immotivato: «Volevano solo fare male, cercavano una vittima», aveva raccontato.

Una fondazione per ricordare Mattia
Nel frattempo, la famiglia ha annunciato la nascita di una fondazione in memoria di Mattia, dedicata a promuovere la prevenzione della violenza tra i giovani e a offrire supporto psicologico e formativo. «È il modo che abbiamo scelto per trasformare il nostro dolore in qualcosa di utile per gli altri», ha spiegato la madre, Yasemin.

Il processo proseguirà nei prossimi giorni, ma fuori dall’aula il messaggio è già forte e chiaro: Istanbul non dimentica Mattia. E chiede giustizia.

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