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ReArm, il centrodestra fa un passo indietro? “Maggioranza spaccata”

Pubblicato: 11/04/2025 07:25

A Montecitorio è in corso il dibattito sulle sei mozioni relative al piano di riarmo europeo, conosciuto come ReArm. L’intervento del deputato leghista Simone Billi scatena l’immediata reazione dell’opposizione e l’imbarazzo nella maggioranza. “Noi ci opponiamo fermamente a questi 800 miliardi di debiti”. Maggioranza spaccata?

Stefano Graziano (Pd), capogruppo in Commissione Difesa, è netto: “In un’altra epoca si sarebbe andati al Quirinale a fare una verifica di governo. C’è un problema serio nella maggioranza”. Il voto espresso nei giorni scorsi a Strasburgo aveva già anticipato le tensioni interne al centrodestra. Forza Italia ha votato a favore del piano ReArm, la Lega ha detto no, mentre Fratelli d’Italia ha scelto la via dell’astensione. Una frattura evidente, ora riflessa anche nella gestione del dibattito alla Camera. Per trovare un accordo tra le anime della coalizione, la mozione di maggioranza ha deliberatamente evitato di nominare il termine “ReArm”, trasformandosi — secondo le opposizioni — in un documento vago e ambiguo.

Le opposizioni non ci stanno. Durante la discussione in Aula, Pd, M5S, +Europa, Azione e Avs alzano la voce, parlando apertamente di irregolarità procedurali. Riccardo Ricciardi (M5S) denuncia: “La maggioranza ha abbinato una mozione che non è assolutamente abbinabile al ReArm solo per nascondere le proprie divisioni”. Chiara Braga (Pd) chiede “una discussione senza scappatoie”, mentre Riccardo Magi (+Europa) parla di “documenti che non corrispondono a ciò che si è detto in Aula”. Davide Faraone (Italia Viva) denuncia “un trucco”, ed Ettore Rosato (Azione) definisce il testo “il nulla”. A rincarare la dose Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs), che bollano Matteo Salvini come “un fanfarone”.

Il testo approvato con 144 voti a favore impegna il governo a “proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale», ma senza mai menzionare esplicitamente ReArm. Per le opposizioni, si tratta di una mozione “acqua e sapone”, priva di reale presa sul piano europeo e redatta solo per tenere in piedi l’equilibrio precario della maggioranza. Il caso è stato sollevato anche dalla Giunta del regolamento della Camera, che ora dovrà valutare se la mozione sia stata correttamente abbinata alle altre, come richiesto dall’articolo 112 del regolamento parlamentare.

Nonostante le critiche al centrodestra, anche le opposizioni si presentano divise. M5S e Avs sono contrari al piano ReArm senza possibilità di mediazione. Giuseppe Conte accusa: “Meloni svende l’Italia”. All’estremo opposto si trovano +Europa, Azione e Italia Viva, che sostengono il progetto europeo di difesa comune. Il Partito Democratico tenta una posizione intermedia, chiedendo una “revisione radicale” del piano proposto dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. In questo mosaico di veti incrociati, il dibattito sul riarmo europeo si trasforma nell’ennesimo terreno di scontro politico. Dentro e fuori la maggioranza.

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Ultimo Aggiornamento: 11/04/2025 07:26

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