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Beppe Grillo è tornato e va all’attacco delle Big Tech Usa: “Riprendiamoci i nostri dati!”

Pubblicato: 11/04/2025 14:27

Beppe Grillo è tornato con un nuovo, pungente post sul suo blog, pronto a a riprendere la sua battaglia su un tema che gli è caro: la protezione dei dati e la lotta contro le multinazionali tecnologiche americane. Il fondatore del Movimento 5 Stelle propone soluzioni concrete per ribaltare l’attuale dominio di Google, Meta, Amazon, Microsoft e Apple.

Il punto di partenza per la sua analisi è la guerra commerciale tra Stati Uniti e resto del mondo, iniziata con i dazi imposti da Trump. Ma Grillo, non si concentra sui beni materiali: ciò che realmente conta, secondo lui, non è tanto il commercio fisico, quanto i beni immateriali che generano valore attraverso l’interazione online: i dati.

“Non con i dazi, ma con i dati”

Grillo accusa l’attuale sistema di trattare gli utenti come “prodotti”, privati della loro autonomia e del controllo sulle informazioni che generano quotidianamente nel mondo digitale. La sua proposta è di restituire agli individui la proprietà dei propri dati mediante un “aggregatore personale di dati”, uno strumento che consenta agli utenti di controllare cosa condividere e con chi.

Si tratta di un ritorno alle radici dell’iniziale slogan del M5s: “Uno vale uno“. Secondo Grillo, infatti, per combattere il predominio delle Big Tech è necessario un sistema che metta ogni cittadino nelle condizioni di decidere autonomamente come e quando scambiare le proprie informazioni.

La soluzione europea: “Indipendenza digitale”

L’analisi di Grillo si articola anche in una serie di proposte per dare a ciascun cittadino gli strumenti per proteggersi. Il comico punta sull’Europa per contrastare l’egemonia digitale degli Stati Uniti, invocando una serie di misure politiche ed economiche che potrebbero portare il Vecchio Continente all’indipendenza digitale.

Tra le proposte, l’investimento in infrastrutture tecnologiche europee, l’introduzione di una web tax equa per tassare i profitti delle Big Tech e la necessità di fare in modo che i dati pubblici e critici siano conservati all’interno dei confini europei. Occorre anche proteggere le startup europee nei settori tecnologico, fintech e dei pagamenti, per stimolare l’innovazione in Europa contro la forza delle piattaforme statunitensi.

“I dati sono il nuovo petrolio”

Una frase sintetizza l’intero post di Grillo: “I dati sono diventati il nuovo petrolio, e noi stiamo seduti sul giacimento senza nemmeno sapere a chi lo stiamo regalando“. Il comico mette in guardia dall’enorme asimmetria che esiste tra i profitti stratosferici delle Big Tech e la condizione di subalternità in cui si trova l’utente medio, che produce dati ogni giorno senza nemmeno essere consapevole del loro valore.

A difesa della visione di un’Europa digitale sovrana, Grillo cita alcuni esempi virtuosi di alternative europee alle piattaforme americane. Tra questi, spiccano Gaia-X, un progetto che mira a creare un cloud europeo, Qwant ed Ecosia, che lavorano per sviluppare un motore di ricerca europeo, e Mastodon, una piattaforma sociale che ha già conquistato una base di utenti significativa anche grazie al suo approccio decentralizzato.

In particolare, Grillo fa riferimento al progetto “Bloom” e alla startup Aleph Alepha come esempi di come l’Europa stia cercando di emergere nel campo dell’Intelligenza Artificiale, ambito di sviluppo fondamentale per il futuro digitale.

L’ammonimento finale

In chiusura, Grillo lancia un monito: “Riprenderci i dati vuol dire riprenderci la libertà di scegliere“. Non sarà facile, ammette, ma il costo se non si affronterà questa battaglia potrebbe essere troppo alto. Gli utenti devono smettere di essere spettatori passivi e diventare protagonisti attivi nella protezione del proprio patrimonio digitale.

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