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Carceri, via libera ai colloqui intimi: il Dap detta le regole per le “stanze dell’amore”

Pubblicato: 11/04/2025 18:04

Attese da oltre un anno, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto dei colloqui intimi tra detenuti e partner, arrivano ora le linee guida ufficiali che regolano le modalità di questi incontri. Il documento, firmato da Lina Di Domenico per il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), definisce tempi, spazi e requisiti per accedere a quelli che sono stati ribattezzati come “colloqui dell’affettività”.

La decisione della Consulta, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, aveva aperto la strada a un nuovo diritto per i detenuti: quello di vivere la propria intimità con il coniuge, il partner dell’unione civile o il convivente. A confermare questa svolta erano stati anche tre Tribunali di Sorveglianza – Spoleto, Reggio Emilia e Verona – che avevano accolto i ricorsi di detenuti che rivendicavano la possibilità di mantenere legami affettivi significativi anche durante la detenzione.

Secondo la circolare appena diffusa, le stanze dedicate agli incontri privati dovranno essere dotate di un letto e di un bagno, con colloqui intimi che non potranno superare le due ore. L’accesso non sarà indiscriminato: resteranno esclusi i detenuti in regime di 41bis, quelli sottoposti a sorveglianza particolare o che abbiano avuto comportamenti disciplinari gravi. Inoltre, ogni incontro sarà preceduto da una perquisizione sia per il detenuto sia per il partner, mentre i locali esterni alla stanza dovranno essere videosorvegliati. All’interno sarà installato un allarme di emergenza, ma nessuna videocamera.

Sarà compito del direttore del carcere verificare l’effettiva relazione tra i due soggetti, mentre la persona ammessa al colloquio dovrà firmare un consenso informato. La pulizia della stanza sarà affidata a un detenuto già autorizzato al lavoro esterno, mentre lenzuola e asciugamani dovranno essere portati dai partner, previa verifica della penitenziaria.

Secondo i dati del 2024, circa 16.900 detenuti potrebbero fare richiesta di usufruire di questo nuovo diritto. In mancanza di spazi adeguati all’interno del carcere di assegnazione, sarà possibile anche prevedere trasferimenti temporanei in istituti penitenziari dotati di strutture idonee.

Grande soddisfazione è stata espressa da Antigone, l’associazione per i diritti dei detenuti: “Finalmente si parte – ha dichiarato il presidente Patrizio Gonnella –. Dopo la storica sentenza della Consulta, ora il Dap ha predisposto una circolare che rappresenta un passo fondamentale per garantire il diritto all’affettività e alla sessualità in carcere. Non ci sono più scuse per rinvii: il diritto va reso operativo in ogni struttura. Serve un modello detentivo più umano, che metta al centro la dignità e il reinserimento sociale”.

Le prime due “stanze dell’amore” sono già state realizzate nei penitenziari di Parma e Terni. Il percorso è solo all’inizio, ma il segnale è chiaro: la detenzione non può significare la sospensione totale della vita privata.

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Ultimo Aggiornamento: 11/04/2025 19:50

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