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Dazi, alle dogane gli introiti salgono ma non compensano i crolli di Wall Street

Pubblicato: 11/04/2025 08:40

La tregua apparente di mercoledì si è rivelata un’illusione. In meno di ventiquattr’ore Wall Street è sprofondata, trascinata da timori crescenti su una guerra commerciale senza precedenti tra Stati Uniti e Cina. A scatenare il panico sono stati i dettagli della nuova stretta protezionistica voluta da Donald Trump, che ha fatto precipitare azioni, petrolio e dollaro, riaccendendo lo spettro della recessione Usa.

Wall Street crolla: Nasdaq -4,31%, S&P500 -3,46%

L’indice S&P500 ha ceduto il 3,46%, mentre il Nasdaq è sceso addirittura del 4,31%, nonostante un parziale recupero finale. A pesare sono stati i nuovi dazi shock annunciati dalla Casa Bianca: 145% su prodotti cinesi, 120% anche sui pacchi minori di 800 dollari, colpendo direttamente Shein, Temu e tutto l’e-commerce cinese.

L’Europa brinda (per ora), ma Wall Street vede nero

In netto contrasto, le Borse europee avevano archiviato una delle migliori sedute da anni: Milano +4,7%, Francoforte +4,5%, Parigi +3,8%, con lo Stoxx600 a +3,7%. Ma il fuso orario ha separato due letture divergenti: mentre l’Europa festeggiava la retromarcia retorica di Trump, gli Usa hanno dovuto fare i conti con la sostanza.

Goldman e JPMorgan pessimiste, il petrolio cede il 3%

Goldman Sachs ha tagliato le stime di crescita per la Cina, mentre JPMorgan ha avvisato i clienti:

“È difficile immaginare che gli Stati Uniti possano evitare una recessione”.

Nel frattempo, il petrolio WTI ha perso oltre 3%, chiudendo a 60 dollari al barile, segnalando timori di frenata economica globale.

Il dollaro crolla, l’oro vola

Il mercato ha reagito con una fuga dagli asset americani. Il dollaro ha vissuto la peggior giornata dal novembre 2022, precipitando a 1,12 sull’euro e ai minimi da 10 anni contro il franco svizzero. L’oro, come da copione, ha toccato nuovi massimi oltre 3.170 dollari l’oncia, confermandosi bene rifugio per eccellenza.

Il segretario al Tesoro minimizza, ma i segnali sono preoccupanti

Nonostante il crollo generalizzato, Scott Bessent, segretario al Tesoro, ha dichiarato di non vedere anomalie nei mercati. Ma l’indice Vix, il barometro della paura di Wall Street, è risalito a livelli di allerta, segno di nervosismo diffuso tra gli investitori.

Dazi record e deficit Usa: lo Yale Budget Lab avverte

Secondo il Yale Budget Lab, nonostante le oscillazioni politiche, il livello effettivo delle tariffe americane è ai massimi da un secolo. I dazi portano più introiti – 8 miliardi di dollari a marzo – ma il deficit federale resta fuori controllo, con interessi sul debito in forte aumento. Il richiamo ironico alla “motosaga di Elon Musk”, simbolo dell’austerità promessa e mai realizzata, dice tutto.

Inflazione in calo: spiraglio per la Fed?

Una nota positiva arriva dall’inflazione, scesa a 2,4% a marzo, meglio delle attese. La Fed potrebbe avere più spazio per tagliare i tassi, ma gli analisti attendono la prossima lettura prima di confermare l’orientamento. Intanto, i rendimenti dei Treasury hanno visto un calo sulle scadenze brevi e un rialzo su quelle lunghe, segnale di sfiducia sugli Usa nel lungo termine.


Il messaggio dei mercati è chiaro: la linea muscolare di Trump sui dazi ha conseguenze reali e potenzialmente devastanti. Gli investitori guardano con crescente preoccupazione a un’America più isolata, sotto pressione economica e diplomatica. E anche i brindisi in Europa potrebbero avere vita breve.

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