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Ilaria Sula, non solo la madre: chi c’era col killer, il retroscena clamoroso

Pubblicato: 12/04/2025 12:02

A due settimane dal brutale omicidio di Ilaria Sula, la studentessa 22enne originaria di Terni trovata morta in una valigia gettata in un dirupo a Capranica Prenestina, continuano a emergere dettagli agghiaccianti e nodi ancora da sciogliere. Gli inquirenti stanno componendo un puzzle sempre più oscuro, in cui si rafforza l’ipotesi del coinvolgimento di più persone, tra cui la madre del killer, attualmente indagata per concorso in occultamento di cadavere. Decisivo potrebbe rivelarsi un paio di ciabatte insanguinate, sequestrate nell’appartamento di via Homs, teatro del delitto: sarebbero appartenute a Nosr Mazlapan, madre del reo confesso.

Le indagini si concentrano ora anche sulle ore successive all’omicidio, quando il cadavere della ragazza – con ogni probabilità ancora chiuso nella valigia nel bagagliaio della Ford Puma nera – era in giro per Roma, mentre il suo assassino si comportava con sconcertante normalità. Uscite con amici, piadine mangiate e drink al Pantheon, fino a un presunto flirt con due turiste. «Voglio sperare che non ci fosse il corpo di Ilaria in macchina», ha dichiarato un amico che era con lui. Tutto questo mentre il giovane si mostrava preoccupato per la sparizione della ragazza, che nel frattempo aveva già ucciso.

Mark Samson, 23 anni, ha confessato l’omicidio, raccontando di aver perso il controllo in seguito a una discussione legata ai suoi studi universitari: una versione che convince poco. Studente di Architettura alla Sapienza, in quattro anni ha sostenuto un solo esame. «Era in difficoltà e non voleva che Ilaria scoprisse la verità», ha detto agli inquirenti. Sarebbe stato questo il pretesto che ha fatto esplodere la rabbia. Secondo l’ordinanza del gip Antonella Minunni, la relazione con Ilaria si era conclusa a gennaio, ma i due avevano continuato a vedersi. Lui, però, non accettava la rottura.

Dal carcere, Samson ha scritto una lettera di scuse ai genitori della vittima: «Scrivo dalla mia cella, sono impazzito di dolore». Ma la risposta del padre di Ilaria è stata dura: «Le scuse non esistono. Noi piangiamo da venti giorni». La missiva non ha fatto che accrescere lo sdegno e la rabbia di una famiglia distrutta. Intanto, i dispositivi elettronici sequestrati – tablet, pc e smartphone – saranno analizzati per fare luce sugli ultimi contatti tra i due, e forse chiarire cosa sia davvero successo nelle ore che hanno preceduto il delitto.

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Ultimo Aggiornamento: 12/04/2025 12:46

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