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“La Cina è una minaccia globale e bisogna difendersi in fretta”: la denuncia di Mike Pompeo, ex segretario di Stato Usa

Pubblicato: 12/04/2025 15:03

Il Partito Comunista Cinese rappresenta una sfida complessa e pericolosa, tale che il mondo libero non ne ha affrontata una simile negli ultimi decenni. Non è più una questione di mera diplomazia o di competizione economica: la Cina ha intrapreso una strategia aggressiva che minaccia la sovranità globale, la sicurezza delle nazioni e l’ordine internazionale.

Questo è l’allarme lanciato da Mike Pompeo, ex Segretario di Stato degli Stati Uniti e Direttore della Cia. La sua visione della minaccia cinese è chiara, diretta e urgente. Durante il suo mandato, Pompeo ha osservato da vicino le tattiche di coercizione economica e le strategie di intimidazione militare del Partito Comunista Cinese (Pcc), minacce che secondo lui richiedono una risposta globale immediata e coordinata.

La sfida della Cina: un attacco strategico su più fronti

Secondo Pompeo il Pcc ha fatto della coercizione economica e della militarizzazione una parte integrante della sua politica estera. Una delle manifestazioni più evidenti di questa aggressione è la Belt and Road Initiative (BRI), che, come spiega l’ex segretario, non è altro che un’operazione imperialista mascherata da un programma di sviluppo infrastrutturale.

Con la promessa di investimenti alle nazioni vulnerabili, Pechino è riuscita a legare una serie di Paesi a sé attraverso debiti insostenibili, prendendo il controllo di beni strategici quando questi non riescono a ripagare. L’espansione economica cinese si è rivelata una strategia di sottomissione piuttosto che di sviluppo, e ha creato un moderno sistema di vassallaggio con Pechino al centro.

Sri Lanka, Pakistan, Gibuti: questi Paesi rappresentano solo alcuni degli esempi di come il Pcc abbia utilizzato le sue risorse finanziarie per acquistare il controllo su infrastrutture vitali. Non si tratta di un semplice aiuto economico, ma di un processo calcolato per mettere sotto il dominio del Partito comunista intere nazioni.

Aggressione militare e minaccia a Taiwan

Pompeo sottolinea come l’aggressione militare della Cina sia altrettanto allarmante. Il rafforzamento dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL), con un budget che è aumentato di oltre il 500% dal 2000, è la prova di come Pechino stia preparando una potenza militare pronta a sfidare chiunque si opponga ai suoi interessi.

La Cina ha costruito la marina militare più grande al mondo, ha militarizzato le isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale e non perde occasione per violare il diritto internazionale. Le esercitazioni militari su larga scala intorno a Taiwan rappresentano un segnale chiaro che Pechino è disposta a fare qualsiasi cosa per affermare la propria egemonia su un’isola che considera parte del proprio territorio. Questo approccio potrebbe scatenare un conflitto devastante con impatti catastrofici sulla stabilità globale.

Tecnologia e sorveglianza: il cavallo di Troia cinese

La Cina ha anche esteso la sua influenza nel settore tecnologico, con aziende come Huawei e ZTE che non sono semplici attori economici, ma veri e propri cavalli di Troia nel vasto apparato di sorveglianza del Pcc. Secondo Pompeo, quando queste compagnie costruiscono infrastrutture critiche, come reti 5G, in altri Paesi, stanno in realtà creando le premesse per attività di spionaggio.

Le “backdoor” che permettono l’accesso alle informazioni sensibili sono un chiaro esempio di come la Cina sfrutti la tecnologia per estendere il suo controllo. Inoltre, il furto di proprietà intellettuali è una pratica sistematica, con le aziende cinesi che hanno sottratto miliardi di dollari in innovazioni tecnologiche, minando la competitività globale e causando danni irreparabili al sistema economico internazionale.

Risposte degli Stati Uniti e nuove tariffe contro la Cina

Nel suo mandato, Pompeo ha preso misure decisive per rispondere alla minaccia cinese. Le tariffe su beni cinesi imposte dagli Stati Uniti, le sanzioni contro i funzionari cinesi coinvolti in violazioni dei diritti umani e il blocco delle operazioni di spionaggio sono solo alcuni esempi delle azioni intraprese.

L’obiettivo, come ha sottolineato più volte Pompeo, non era mai contro il popolo cinese, ma contro il regime del Pcc che sta cercando di minare la libertà e la sicurezza globale. Con l’annuncio delle nuove tariffe imposte da Donald Trump, gli Stati Uniti hanno ribadito la loro posizione fermamente contraria alle pratiche commerciali sleali e alla coercizione economica della Cina.

Quattro linee di azione per contrastare la minaccia cinese

Pompeo ha delineato una serie di misure che il mondo libero dovrebbe adottare per affrontare l’espansione della Cina:

  1. Diversificare le catene di approvvigionamento: Le nazioni devono sviluppare alternative a quelle fornite dalla Cina, creando partnership economiche che non impongano legami politici oppressivi.
  2. Rafforzare le alleanze militari: La cooperazione in materia di difesa è fondamentale, specialmente nella regione indo-pacifica, dove la minaccia cinese è più evidente.
  3. Proteggere le tecnologie critiche: È essenziale fare rispettare le normative sulla proprietà intellettuale e prevenire l’infiltrazione tecnologica attraverso un screening degli investimenti.
  4. Comprendere la natura del Pcc: Il Partito Comunista Cinese non è un interlocutore di pari livello, ma un’organizzazione leninista che vede le relazioni internazionali come una competizione a somma zero, da vincere a tutti i costi.

Pompeo conclude che la creazione di una coalizione globale di nazioni libere è l’unico modo per resistere alle intimidazioni della Cina e per preservare un ordine mondiale basato sulla libertà, invece che sul controllo autoritario. Il Pcc cerca di dividere i suoi avversari, e solo attraverso l’unità sarà possibile preservare la sovranità delle nazioni libere.

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