
Disagi e amarezza per un paziente dell’entroterra marchigiano, che lunedì scorso si è visto annullare all’ultimo momento un intervento chirurgico programmato, a causa di uno sciopero del personale sanitario. Un episodio che ha coinvolto diverse persone presso l’ospedale di Urbino, punto di riferimento per tutta l’area.
L’intervento annullato dopo due ore di attesa
Il protagonista della vicenda, un cittadino di Fossombrone, si era regolarmente presentato all’alba, secondo quanto concordato in fase di prenotazione. Ricoverato in day hospital per un’operazione all’ernia inguinale, aveva già iniziato la fase preparatoria. Dopo oltre due ore e mezza di attesa, la comunicazione: intervento annullato per sciopero.
Nessun preavviso, solo un brusco stop
«Cose dell’altro mondo», commenta l’uomo, che ha preferito rimanere anonimo. «Rispetto lo sciopero, ci mancherebbe. Ma perché nessuno ha avvisato prima? Sarebbe bastata una comunicazione per evitare tutto questo». Dopo aver raccolto le sue cose, il paziente ha fatto ritorno a casa, con l’appuntamento posticipato alla settimana successiva.
Non è stato un caso isolato
Quel lunedì, però, non è stato l’unico a fare dietrofront. Altri pazienti, alcuni dei quali già reduci da un precedente rinvio, si sono trovati nella medesima situazione. Persone provenienti da altre località dell’entroterra marchigiano hanno vissuto lo stesso spiacevole disguido, alimentando dubbi e malumori.
Secondo voci di corridoio, lo sciopero sarebbe l’espressione di un malcontento crescente tra il personale sanitario. Una protesta che, almeno in questo caso, sembra non aver trovato adeguato ascolto da parte della direzione. La mancanza di comunicazione ai pazienti ha amplificato l’impatto negativo dell’iniziativa, lasciando spazio a disorientamento e frustrazione.
La voce dei pazienti
L’episodio solleva interrogativi sull’organizzazione del servizio sanitario e sull’importanza del rispetto dei diritti dei pazienti, che troppo spesso si trovano a fare i conti con disservizi imprevedibili e assenza di tutele efficaci. «Ci si sente impotenti», ha concluso l’uomo. «Ma speriamo che raccontare queste storie possa servire a cambiare qualcosa».