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Laptop schermati e telefoni usa e getta: l’Europa si blinda contro lo spionaggio, che succede

Pubblicato: 14/04/2025 17:11

C’è un gesto, in diplomazia, che vale più di mille dichiarazioni ufficiali. Un gesto che racconta, senza bisogno di proclami, quanto sia cambiato il mondo. La Commissione europea, secondo un’inchiesta del Financial Times, ha deciso di trattare gli Stati Uniti alla stregua di Cina e Ucraina quando si tratta di proteggere i propri dati sensibili.

Telefoni usa e getta, laptop semplificati e computer schermati saranno d’ora in avanti la dotazione per i funzionari in partenza verso Washington. Non è fiction, né paranoia: è realpolitik. E stavolta l’avvertimento non arriva da Mosca o Pechino, ma dal cuore dell’alleanza atlantica.

Procedure di sicurezza rafforzate

Tre commissari europei – Valdis Dombrovskis, Maria Luis Albuquerque e Jozef Sikela – sono attesi a Washington tra il 21 e il 26 aprile per i colloqui primaverili del FMI e della Banca Mondiale. Viaggeranno seguendo procedure di sicurezza rafforzate: telefoni spenti al confine, trasportati in custodie schermate quando lasciati incustoditi, computer ridotti all’essenziale per minimizzare i rischi.

Nessuna possibilità di collegarsi ai server centrali dell’Unione, nessun dispositivo standard in grado di contenere dati delicati. Una fonte interna alla Commissione è lapidaria: “Abbiamo aggiornato le procedure”. E un altro funzionario, con una frase che suona come una frattura storica, afferma al Financial Times: “La storica alleanza transatlantica è finita”.

Il timore dello spionaggio Usa sui sistemi informatici europei

Dietro queste misure non c’è solo la prudenza. C’è un timore preciso, sottotraccia: che Washington stia intercettando, o possa intercettare, i sistemi informatici europei. C’è preoccupazione per il fatto che gli Stati Uniti possano accedere ai sistemi della Commissione”, ha dichiarato una fonte.

Un’accusa pesante, anche se mai formalizzata. Queste misure sono simili a quelle già applicate in viaggi ufficiali verso zone a rischio come l’Ucraina e la Cina, dove i pericoli di sorveglianza sono noti e documentati. Che ora si applichino agli Stati Uniti racconta di una diffidenza crescente, che nemmeno le foto di rito e i sorrisi istituzionali riescono più a mascherare.

Scoppia la Guerra Fredda fra Europa e Stati Uniti

In queste ore a Washington è in corso un delicatissimo negoziato commerciale. Il commissario europeo Maros Sefcovic è al lavoro per evitare una nuova escalation nella guerra dei dazi, mentre da Bruxelles filtrano segnali che sanno di avvertimento: se anche l’alleato di sempre viene visto come un potenziale rischio di cybersicurezza, allora il patto fondativo dell’Occidente – quello basato su fiducia reciproca e valori condivisi – comincia a mostrare crepe.

La diplomazia, si sa, non urla. Ma parla tra le righe, e a volte lo fa attraverso gli strumenti che si mettono nelle mani dei funzionari. E se invece del telefono criptato si consegna un usa e getta, il messaggio è fin troppo chiaro: ti guardiamo con sospetto. È in atto una ridefinizione delle priorità, in cui anche l’amico americano viene trattato come un sorvegliato speciale. Gli Stati Uniti, dopo le rivelazioni sul Datagate e le recenti fughe di notizie legate ai servizi di intelligence, non godono più della stessa fiducia di un tempo.

L’Europa, stretto tra le pressioni economiche cinesi, l’aggressività russa e la volubilità americana, tenta ora di rafforzare la propria autonomia strategica. Ma il prezzo potrebbe essere alto. Perché nei salotti ovattati della diplomazia, nessun sospetto resta senza conseguenze. E ogni telefonata – anche quella più banale – può diventare un indizio di guerra fredda.

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