
Alcune cicatrici resteranno per sempre, come testimonianza incancellabile di un periodo terribile. A provocarle è stato Ugo Andreani, 42 anni, cameriere, con cui Viviana (nome di fantasia), 47enne italiana, ha vissuto un anno e mezzo di vera e propria prigionia psicologica e fisica. Per i gravi maltrattamenti, le lesioni e anche per violenza sessuale, l’uomo è stato condannato a 9 anni e 3 mesi dal Tribunale di Tivoli.
I fatti si sono svolti tra aprile 2020 e ottobre 2021 nella zona di Fonte Nuova, vicino a Roma. Dopo mesi di silenzio e sofferenze indicibili, la donna ha trovato il coraggio di denunciare il compagno. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ennesimo pestaggio avvenuto davanti alla figlia dell’imputato, che in quell’occasione è intervenuta per proteggere la donna.

Un passaggio dell’ordinanza cautelare descrive Andreani come “un uomo dall’indole malvagia”, e dalle carte del processo emerge un’escalation di violenze continue. La relazione, iniziata con apparente normalità, è degenerata rapidamente. L’uomo, spesso ubriaco, distruggeva i telefoni della compagna per gelosia, la controllava ossessivamente e la aggrediva con qualsiasi oggetto: bastoni, spranghe, persino una sedia, che le ha rotto sulla schiena durante una visita al ristorante dove lavorava, in via Tiburtina.
In un altro episodio, le ha conficcato la punta di un ombrello nella gamba, mentre in più di un’occasione ha usato un coltello per ferirla. E poi, per non destare sospetti, la “ricuciva” da solo con ago e filo, somministrandole antidolorificiper evitare che le sue urla si sentissero.
Un giorno, però, le ferite erano troppo gravi per essere curate in casa: Andreani l’ha portata in ospedale, ma l’ha costretta a dire ai medici di essere stata aggredita durante uno scippo. Non contento, ha voluto assistere a tutta la visita per controllarla.
Ora, grazie anche al coraggio della vittima e all’intervento degli avvocati Simona Fioravanti e Andrea Conti, l’incubo ha trovato almeno un primo epilogo in tribunale. Ma le ferite, quelle fisiche e soprattutto quelle emotive, resteranno impresse per sempre.
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Il 1522 è stato attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità con l’obbiettivo di sviluppare un’ampia azione di sistema per l’emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne. Nel 2009, con l’entrata in vigore della L.38/2009 modificata nel 2013 in tema di atti persecutori, ha iniziato un’azione di sostegno anche nei confronti delle vittime di stalking.
Il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile. L’accoglienza è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco.
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🏠 2. Rivolgiti a un centro antiviolenza
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