Nel pieno del conflitto in Ucraina, torna al centro dell’attenzione internazionale un nuovo attacco missilistico che ha provocato decine di vittime. Il raid, avvenuto domenica nella città di Sumy, ha causato la morte di 34 persone, tra cui due bambini, e ha lasciato oltre cento feriti. Nonostante il tragico bilancio umano, Mosca mantiene la propria posizione.
Durante un punto stampa con i giornalisti, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato che “il nostro esercito colpisce solo obiettivi militari e legati all’ambito militare”, smentendo qualsiasi intenzione di colpire civili. Le autorità russe affermano infatti di aver utilizzato missili Iskander per distruggere un edificio dove, a loro dire, si stava svolgendo una riunione dello Stato maggiore del comando tattico Seversk, nel cuore della città.

Secondo quanto diffuso dal ministero della Difesa russo, nell’attacco sarebbero morti oltre 60 militari ucraini. Tuttavia, la versione fornita da Kiev è ben diversa: il numero ufficiale delle vittime civili è al momento di 34, con 119 feriti, tra cui 15 minori. Le autorità locali parlano di un attacco diretto a un’area residenziale, che ha colpito anche abitazioni e infrastrutture civili.
Nel frattempo, da Mosca arriva anche un avvertimento alla Germania, dopo che il leader del partito conservatore tedesco e probabile futuro cancelliere, Friedrich Merz, ha proposto la fornitura di missili Taurus all’esercito ucraino. Una mossa giudicata da Mosca come un’ulteriore provocazione.
Peskov ha infatti dichiarato che Merz “sostiene diverse misure che possono condurre e condurranno inevitabilmente a una nuova escalation della situazione in Ucraina”, lasciando intendere che il coinvolgimento occidentale rischia di aggravare ulteriormente il conflitto.
Mentre il numero delle vittime aumenta e le posizioni si irrigidiscono, la diplomazia internazionale resta impantanata, tra accuse incrociate e timori di un’escalation più ampia. L’episodio di Sumy è solo l’ultimo tragico tassello di una guerra che continua a mietere vittime e ad allontanare ogni prospettiva di pace.