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Caso Sinner-Pellegrini, la campionessa si difende dagli attacchi social: ma la gaffe è dietro l’angolo

Pubblicato: 15/04/2025 18:51

Il botta e risposta tra Federica Pellegrini e gli utenti social non accenna a spegnersi. Tutto è iniziato dopo alcune sue dichiarazioni su Jannik Sinner, finito al centro di un caso legato a una squalifica per doping poi rientrata. Le parole della campionessa olimpica hanno generato un’ondata di critiche, con centinaia di follower che le hanno chiesto spiegazioni e scuse pubbliche. Lei, però, non ha fatto marcia indietro, scegliendo di rispondere a tono.

Le discussioni si sono accese ulteriormente quando un utente ha contestato l’imprecisione linguistica contenuta in una sua replica: “Non si può paragonare un’intervista data a voce in 20 minuti. Con solo 1 domanda su questo caso con un editoriale fatto ad ok”. La locuzione “ad ok”, usata al posto del corretto “ad hoc”, ha scatenato l’ironia del web. Ma neanche su questo Pellegrini ha voluto cedere: “E se io non lo volevo dire in latino?!”, ha risposto a chi le faceva notare l’errore.

Nel cuore della polemica, l’ex nuotatrice ha chiarito la sua posizione: “Non credo di aver sbagliato, forse solo di essere stata troppo generica”, specificando che l’intervista da cui è nata tutta la polemica toccava anche altri argomenti. A chi le chiedeva maggiore rispetto per l’uomo dietro l’atleta, Pellegrini ha risposto secca: “Che ho detto contro la persona?!”.

Sulla questione tecnica del doping, Pellegrini ha poi precisato: “Mai parlato di somministrazione, né detto che Sinner si è dopato volontariamente. Fidati, se lo pensassi lo direi”, spiegando di riconoscere “la sua non responsabilità in prima persona” e sottolineando che “il protocollo qualcosa ha toppato, altrimenti la Wada non si sarebbe messa in mezzo”.

Tutto è nato da una sua intervista in cui commentava così il caso: “Giusto difendere Jannik, ma è stato trattato in modo diverso rispetto ad altri. È giusto, perché il doping si combatte anche così”.

Secondo Pellegrini, la popolarità del tennista ha influito sulla narrazione pubblica: “È molto amato e viene difeso sempre, lo trovo corretto. Ma non tutti sanno cosa significa essere soggetti a controlli antidoping ogni giorno, anche in vacanza”.

Una riflessione che, nel suo intento, voleva aprire un confronto. Ma che ha finito per trasformarsi in un caso mediatico a sé.

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