
Un nuovo capitolo si apre nel lungo e controverso caso giudiziario legato all’omicidio di Chiara Poggi. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della Procura che contestava la nomina del genetista Emiliano Giardina come consulente per la nuova perizia disposta nell’ambito dell’indagine che coinvolge Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, accusato in concorso con altri.
La decisione è maturata in seguito alle valutazioni del gip, secondo cui Giardina avrebbe espresso in passato opinioni pubbliche sull’oggetto stesso dell’incarico. Il riferimento è a un’intervista rilasciata nel 2017 alla trasmissione “Le Iene”, in cui il genetista manifestava dubbi sull’utilizzabilità delle tracce di DNA maschile trovate sotto le unghie della giovane Chiara Poggi. Secondo quanto dichiarato in quell’occasione, il materiale genetico sarebbe stato troppo “esiguo e degradato” per poter identificare con certezza un soggetto specifico.
Pur riconoscendo le “indiscusse capacità professionali, la preparazione scientifica e la riconosciuta autorevolezza” del genetista, la giudice ha ritenuto che quell’intervista “potrebbe compromettere l’apparenza di imparzialità del perito”. Per questo motivo, Giardina è stato escluso dal procedimento e sono stati nominati due nuovi esperti: Denise Albani come perito genetista e Domenico Marchigiani come perito dattiloscopico. Il conferimento dell’incarico è stato fissato per il 16 maggio.
A sostenere la ricusazione di Giardina non è stata solo la Procura. Anche l’avvocata Giada Bocellari, che rappresenta Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio, ha appoggiato l’istanza. Inoltre, la legale ha chiesto l’esclusione di Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma e consulente della difesa di Sempio, poiché già coinvolto in fasi precedenti delle indagini.

Emiliano Giardina è un nome noto nell’ambito della genetica forense italiana. Direttore del laboratorio dell’Università di Milano-Bicocca, ha contribuito a numerosi casi giudiziari complessi. Tra questi, anche quello di Yara Gambirasio, la tredicenne uccisa nel 2010. Il genetista è stato coinvolto nella fase successiva alla condanna di Massimo Giuseppe Bossetti, ergastolano per l’omicidio, quando la difesa ha chiesto nuove analisi genetiche.
Nonostante il suo valore scientifico, l’intervento mediatico sul caso Poggi si è rivelato decisivo per la sua estromissione. Ora sarà il nuovo collegio tecnico a fornire una valutazione indipendente sugli elementi genetici rimasti al centro dell’inchiesta, rilanciando una vicenda giudiziaria che non smette di riservare colpi di scena.