
Difesa europea, gas e rapporti transatlantici: la premier Giorgia Meloni stringe le maglie della diplomazia in vista dell’atteso incontro del 17 aprile con il presidente americano Donald Trump. In queste ore ha ricevuto a Palazzo Chigi il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre, con cui ha discusso di cooperazione strategica su energia, sicurezza e commercio. Ma è chiaro che lo sguardo della premier è rivolto oltre l’Atlantico, verso Washington, dove si gioca una partita decisiva per il futuro delle relazioni tra Italia, Usa e Unione europea.
Il tema della difesa comune è tra quelli più caldi. L’incremento delle spese militari verso il traguardo del 2% del Pil, richiesto dalla Nato, è ormai una certezza per il governo. Tuttavia, Meloni e Støre condividono un’impostazione pragmatica: “Non conta solo quanto si spende, ma come si spende“, ha spiegato il premier norvegese. Spazio dunque a partenariati industriali, in settori come lo spazio, i minerali critici e la difesa marittima. Anche il ministro Tajani, da Osaka, conferma: “Rafforzare il pilastro europeo è un dovere”.

Nonostante le posizioni in passato divergenti, anche Matteo Salvini ha dato il suo via libera all’aumento degli investimenti in sicurezza. “Anche più del 2%”, ha detto, pur ribadendo il suo no a un debito europeo per finanziare eserciti comuni. Il traguardo del 5% del Pil, suggerito da Trump per i partner Nato, appare per ora lontano, ma in ambienti governativi si ragiona su un possibile 2,5% o 3% nei prossimi anni.

Un altro nodo chiave riguarda il gas. L’Italia si prepara ad aumentare l’acquisto di Gnl dagli Stati Uniti, ma, chiarisce una fonte governativa, “solo se conveniente in termini di prezzo”. Il dossier energetico resta connesso alla questione dei dazi, che Meloni intende affrontare direttamente con Trump, sfruttando la pausa di 90 giorni concessa sulle tariffe tra Usa e Ue. “L’obiettivo – dice Tajani – è favorire un’intesa transatlantica”, sostenuta anche dal commissario europeo Sefcovic.
Sul fronte commercio, l’Italia si propone come interlocutore forte per favorire un riavvicinamento tra Bruxelles e Washington. Meloni è stata ufficialmente invitata da Trump, un gesto che – secondo il governo – dimostra la qualità delle relazioni bilaterali. “Nessuno va con il cappello in mano”, precisa Tajani. L’Italia, sottolinea, non intende sostituirsi all’Ue, ma offrire un contributo strategico al dialogo.
Infine, torna in primo piano il legame con gli Stati Uniti anche sul fronte industriale e militare. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ricorda che l’Italia è parte attiva nel programma F-35, contribuendo non solo all’assemblaggio ma anche all’addestramento dei piloti. “Un esempio concreto – dice – di come si può cooperare portando valore economico al Paese”. Il tutto in linea con la visione della Meloni: rafforzare l’alleanza occidentale per garantirne la solidità nei prossimi decenni.