
Mentre il mondo assiste con sgomento alle conseguenze dell’attacco missilistico russo su Sumy, che ha provocato la morte di 35 civili, tra cui due bambini, e oltre cento feriti, Donald Trump si è distinto per la sua riluttanza nel condannare apertamente Vladimir Putin. “Dobbiamo parlare”, ha affermato l’ex presidente degli Stati Uniti, mantenendo una linea ambigua che, secondo fonti diplomatiche, riflette la volontà americana di preservare uno spazio negoziale con Mosca nei delicati colloqui in corso.
La posizione di Washington ha avuto un impatto anche sulle dinamiche internazionali. Gli Stati Uniti si sono infatti opposti a una bozza di dichiarazione del G7 che avrebbe dovuto includere una condanna esplicita per l’attacco su Sumy. Il gesto ha sollevato perplessità tra gli alleati, mentre a Kiev la tensione è alle stelle.

A livello interno, il presidente Zelensky ha disposto la rimozione del governatore della regione di Sumy, Volodymyr Artiukh, dopo che questi aveva preso parte a una cerimonia di premiazione militare proprio il giorno dell’attacco. Artem Semenikhin, sindaco di Konotop, lo ha accusato pubblicamente: “Ha aiutato la Russia a giustificare il suo attacco terroristico, un attacco genocida contro di noi, ucraini”. Secondo il sindaco, l’evento avrebbe offerto alla propaganda russa un pretesto, alimentando la narrazione secondo cui l’obiettivo fosse una riunione di ufficiali.
Nonostante Mosca abbia giustificato l’azione come un colpo mirato a personale militare, fonti locali e internazionali concordano che le vittime fossero esclusivamente civili. “Il vero obiettivo erano proprio loro, in particolare i bambini”, ha sottolineato Semenikhin. Secondo fonti interne, due soldati si trovavano nell’area per la cerimonia, ma non sono stati colpiti. Artiukh ha respinto le accuse: “Non è stata una mia iniziativa. Sono stato invitato”, ha dichiarato.
Nel frattempo, Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti esteri russi, ha ribadito le condizioni per la pace: neutralità ucraina, rinuncia alla Nato, denuclearizzazione e riconoscimento delle annessioni territoriali russe.
A margine, il segretario NATO Mark Rutte ha visitato Odessa, incontrando Zelensky e ribadendo l’urgenza di rafforzare la difesa aerea ucraina. Ha anche fatto riferimento a Trump: “Tutti noi sosteniamo la spinta del presidente Trump verso la pace”, pur nel contesto di una situazione definita “orribile”. Zelensky ha concluso con un messaggio forte: “Ringrazio tutti coloro che difendono, curano, resistono e sostengono l’Ucraina. Siete la nostra forza”.