Una decisione destinata a far discutere, quella emessa dalla Corte d’Appello di Bologna, che ha confermato l’assoluzione di due uomini accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza appena 18enne. I giudici hanno stabilito che “il fatto non costituisce reato”, ritenendo che la giovane fosse consenziente, nonostante avesse bevuto vino e superalcolici prima dei fatti contestati.
La vicenda risale a qualche anno fa, quando la ragazza, in evidente stato di alterazione, avrebbe avuto rapporti con i due imputati: un 34enne e un 35enne, quest’ultimo ex calciatore del Ravenna, che avrebbe anche filmato la scena. In primo grado il collegio penale del tribunale di Ravenna aveva già optato per una assoluzione piena, ora confermata anche in appello.
Secondo quanto riportano il Resto del Carlino e il Corriere di Romagna, la tesi della procura era che la giovane fosse stata indotta al rapporto approfittando della sua condizione, ma per i giudici non ci sarebbero stati gli elementi per dimostrare un’assenza di consenso valido. Una lettura che apre un fronte delicato sul tema del consenso in situazioni di alterazione da alcol.
La sentenza ha subito sollevato forti reazioni nell’opinione pubblica e tra le associazioni che si battono contro la violenza di genere. Il timore, condiviso da molti, è che possa rappresentare un pericoloso precedente nel valutare i limiti del consenso, soprattutto quando coinvolge giovani in condizioni di vulnerabilità.
Resta ora da capire se la procura generale intenda impugnare la decisione in Cassazione. Intanto, la ragazza – oggi più grande – dovrà fare i conti non solo con il trauma vissuto, ma anche con una giustizia che, secondo lei, non le ha creduto abbastanza.