
Un tremore nella notte, l’Italia si risveglia con la paura. Erano le 3:26 del mattino quando molte persone, nel cuore della notte, sono state scosse da una sensazione familiare e inquietante. Le case immerse nel buio, i vetri che tremano, un boato profondo e sordo: per qualcuno è stato un brutto sogno, per altri il riconoscimento immediato di ciò che stava accadendo. Il sonno interrotto, i primi messaggi scambiati, e poi una parola che ha cominciato a circolare ovunque: terremoto.
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Nel giro di pochi minuti, i social sono diventati un bollettino in tempo reale. Luci accese, telefonate preoccupate, richieste di conferma. In tanti hanno raccontato la stessa esperienza: un breve scuotimento, deciso ma non lunghissimo, sufficiente però a risvegliare il timore di chi ha già conosciuto il volto duro della terra che trema. E ancora una volta, la paura silenziosa si è fatta largo tra i pensieri notturni.

È nella zona dello Stretto di Messina, tra Sicilia e Calabria, che l’INGV ha registrato la scossa. Il terremoto di magnitudo 4.8, avvenuto nel mar Ionio meridionale a una profondità di 48 km, è stato avvertito distintamente in tutta la provincia di Catania, lungo la costa ionica e in parte della tirrenica, fino a toccare l’area di Reggio Calabria. Non si registrano danni, ma il sisma ha riportato alla superficie una fragilità mai del tutto dimenticata.
Quella tra lo Stretto e il mar Ionio è infatti una delle zone sismicamente più attive d’Italia. Solo lo scorso novembre, una scossa di magnitudo 4.2 aveva interessato un’area simile, riaccendendo lo stesso timore. E ancora nel 2021, una sequenza di micro-scosse a sud di Catania aveva messo alla prova la calma dei residenti. Un’instabilità cronica, che si manifesta a intervalli, ma che non abbandona mai davvero chi abita questo angolo di Sud.
E poi c’è la memoria collettiva, quella che riporta al 28 dicembre 1908. Un terremoto di magnitudo 7.1 rase al suolo Messina e Reggio Calabria, causando oltre centomila morti. Un evento che segna ancora oggi la storia sismica d’Italia. Ogni vibrazione, ogni boato nel cuore della notte, risveglia il timore che quella tragedia possa ripetersi. E che, da un attimo all’altro, il silenzio possa essere interrotto da un’altra scossa.