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Aviaria, al via il vaccino per proteggersi contro il virus H5N: “Ci sono già i risultati”

Pubblicato: 17/04/2025 18:49

Un gruppo di ricercatori ha ottenuto risultati significativi nella lotta contro un ceppo particolarmente aggressivo del virus H5N1, responsabile dell’influenza aviaria. La variante in questione ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per la sua capacità di colpire non solo uccelli selvatici e pollame, ma anche mammiferi come gatti, leoni marini e bovini. In questo contesto, si sta lavorando a una nuova piattaforma vaccinale che potrebbe offrire una protezione più mirata e duratura rispetto ai vaccini attualmente disponibili.

L’approccio sperimentato si basa sulla combinazione di due proteine virali chiave: emoagglutinina (H5) e neuraminidasi (N1). I test sono stati condotti in laboratorio su modelli animali e i risultati sono incoraggianti. Il team ha realizzato tre formulazioni vaccinali distinte: una con solo H5, una con solo N1 e una combinata. Lo scopo era valutare l’efficacia specifica di ciascun componente nella risposta immunitaria contro la variante denominata 2.3.4.4b.

Il lavoro è stato condotto da Jonathan Lovell, professore di ingegneria biomedica, che ha spiegato: «Ovviamente abbiamo molto altro lavoro da fare, ma i risultati finora sono incoraggianti». I test hanno rivelato che H5 da solo ha offerto una protezione completa, evitando non solo i sintomi dell’infezione ma anche la rilevazione del virus nei polmoni degli animali. La sola proteina N1, invece, ha dimostrato un’efficacia parziale, con circa il 70% dei soggetti protetti, alcuni dei quali però presentavano comunque tracce del virus o sintomi.

La combinazione dei due elementi, H5 e N1, ha garantito anch’essa una protezione totale, ma non superiore a quella fornita dalla sola H5. Tuttavia, come sottolinea Lovell, «gli anticorpi per N1 non sono neutralizzanti, ma restano importanti. Riducono la replicazione virale e la gravità della malattia». Questo rende le formulazioni bivalenti un potenziale alleato prezioso, soprattutto considerando che l’H5N1 è soggetto a continue mutazioni.

Il ruolo dell’H5 si conferma centrale: nella sua forma virale, permette al virus di penetrare nelle cellule, dando il via al processo di replicazione. In parallelo, la N1 agisce come un enzima che facilita la diffusione virale. L’obiettivo ora è rendere questa piattaforma vaccinale facilmente adattabile, per affrontare le future evoluzioni del virus con maggiore tempestività ed efficacia.

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