
Reggio Emilia si stringe nel cordoglio per la scomparsa di Carla Rinaldi, figura simbolo della pedagogia contemporanea. La studiosa, scomparsa all’età di 78 anni, ha dedicato la sua vita alla diffusione del pensiero educativo di Loris Malaguzzi, con il quale ha collaborato per 24 anni, contribuendo a rendere il modello educativo reggiano un riferimento internazionale.
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Una pedagogista dal linguaggio universale
Carla Rinaldi è stata l’anima del Reggio Children Approach, un modello fondato sui diritti dei bambini, la cultura della pace e i cento linguaggi dell’infanzia. Dal 2016 ricopriva il ruolo di presidente onoraria di Fondazione Reggio Children srl. La sua figura è stata ricordata con profonda stima da Francesco Profumo, attuale presidente della Fondazione: «È stata una donna eccezionale, capace di parlare al mondo intero partendo da una città che ha fatto dell’infanzia il centro della propria identità. […] Aveva il dono raro della mitezza forte».
Un’eredità che attraversa i continenti
Il contributo di Carla Rinaldi ha varcato i confini italiani. Ha portato il suo pensiero in Sud Australia, dove è tornata per tre anni consecutivi, ed è stata Visiting Professor alla Webster University (St. Louis, Missouri) e alla Colorado University. Il suo libro In dialogo con Reggio Emilia, tradotto in nove lingue, è diventato uno strumento fondamentale per educatori in tutto il mondo.

Durante la pandemia, la pedagogista ha continuato a scrivere e a riflettere sul futuro dell’educazione, ribadendo con forza che educare è il modo più serio di prendersi cura del domani. Nel biennio 2023-2024 ha animato il progetto PER con The LEGO Foundation, restando sempre fedele alla sua visione di un’educazione etica, aperta e inclusiva.
L’ultimo messaggio: l’educazione come forma di politica
Nel ricordarla, Profumo ha sottolineato la sua capacità di restituire più di quanto riceveva, senza mai cadere nell’autoreferenzialità: «Ci lascia un compito: non interrompere mai il dialogo tra le generazioni. Continuare a credere che l’educazione è la forma più alta della politica e che la bellezza è un diritto di tutti, anche nei luoghi dell’infanzia». La città di Reggio Emilia, e con essa il mondo intero, saluta una voce gentile e visionaria che ha saputo trasformare la pedagogia in uno strumento di cambiamento globale.