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Beppe “I Munusiè” muore per l’acqua in casa: chi era il falegname vittima del maltempo

Pubblicato: 18/04/2025 14:19

Aveva vissuto una vita intera tra il profumo del legno e il rumore del martello sulla pialla. Il vecchio falegname del paese era conosciuto da tutti: mani d’altri tempi, voce gentile, occhi stanchi ma vivi. A 92 anni, la sua casa era il suo rifugio, il luogo dove aveva costruito ricordi, mobili e affetti. Non poteva immaginare che sarebbe diventata la sua trappola.

Era una giornata come tante, ma l’acqua non guarda in faccia nessuno. Quando ha iniziato a salire, l’anziano si trovava al piano terra della sua abitazione. La pioggia batteva forte, il cielo sembrava non voler smettere. Ma Giuseppe – questo il suo nome – era tranquillo. Aveva il telefono in mano e una voce familiare dall’altra parte della linea: sua nipote.

«Gli ho detto di salire al piano di sopra», ha raccontato la giovane, «poi è caduta la linea. Lì, come a tutti in quella zona». In quel momento il mondo si è fermato. Il silenzio del telefono è diventato il suono più assordante. Bloccata in città a causa dell’emergenza, ha fatto l’unica cosa possibile: ha chiesto aiuto a tutti.

«Il nonno è a casa da solo con l’acqua all’altezza del tavolo. Il cellulare non suona più. Se riuscite, avvisatemi», ha scritto sui social. E poi ancora: «Qualcuno può andare da lui? Noi siamo bloccati, non riusciamo a raggiungerlo». Era un grido lanciato nel buio, nella speranza che qualcuno, chiunque, potesse fare qualcosa.

L’abitazione si trovava a Monteu da Po, nel cuore del Torinese, una delle zone più colpite dall’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio intere comunità. I soccorritori hanno lottato contro il tempo e contro le acque impetuose, ma quando finalmente sono arrivati a destinazione, il falegname non c’era più. La sua vita si era spenta lì, dove era sempre stata: tra le mura della sua casa.

La comunità ha perso una figura simbolica, ma il suo volto, i suoi mobili, le sue storie resteranno. E quel telefono interrotto, quel legno mai finito, sono ora parte di un racconto più grande. Uno che parla di affetti, di fragilità e di un’ultima, struggente telefonata.

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