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Bitonto, uccide la moglie Lucia Chiapparino a coltellate e chiama i carabinieri. Poi Vincenzo Visaggi tenta il suicidio barricato in bagno

Pubblicato: 18/04/2025 13:55

Una tranquilla mattina di aprile è stata spezzata da un episodio drammatico che ha lasciato sgomenta un’intera comunità. Un uomo ha composto il numero di emergenza e, con voce fredda, ha pronunciato poche parole: «L’ho uccisa, venite». Una confessione diretta, senza esitazioni. All’altro capo del telefono, l’operatore del 112 ha subito allertato le forze dell’ordine.

I carabinieri sono intervenuti rapidamente. All’arrivo nell’abitazione indicata, l’uomo si era chiuso nel bagno. I militari, dopo aver forzato la porta, lo hanno trovato in stato di apparente calma e lo hanno arrestato senza alcuna resistenza. All’interno dell’appartamento, disteso sul pavimento, il corpo di una donna colpita ripetutamente con un’arma da taglio. Non c’era più nulla da fare.

Il dramma si è consumato in una piccola frazione di un comune del Sud, dove tutti si conoscono e le notizie corrono veloci. L’indirizzo della tragedia è in una via centrale, a pochi metri dalla piazza del paese, ora completamente transennata. I rilievi sono in corso, e l’abitazione è stata posta sotto sequestro per consentire le indagini. Gli investigatori stanno lavorando per ricostruire la dinamica esatta dell’aggressione e individuare un possibile movente. Nessuna lite segnalata nei giorni precedenti, nessun allarme lanciato dai vicini. Ma dietro quelle pareti, come spesso accade, qualcosa covava in silenzio.

La vittima è una donna di 74 anni, che da tempo viveva con il marito, l’unico sospettato del delitto. Il suo nome ora si aggiunge, tragicamente, a quello di tante altre vittime di una violenza che spesso esplode tra le mura domestiche, dove il pericolo è invisibile, ma letale.

Sul posto sono intervenuti anche gli specialisti della scientifica, che hanno effettuato i rilievi all’interno dell’appartamento. Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze tra amici, conoscenti e parenti della coppia, nel tentativo di chiarire se ci fossero tensioni pregresse o segnali trascurati. Le indagini proseguiranno anche nei prossimi giorni.

Nel frattempo, la piccola comunità locale è sconvolta, stretta nel dolore per una tragedia che ha lacerato il senso di sicurezza e spezzato la vita di una donna. Il sindaco ha espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia, ricordando che «non possiamo più considerarli casi isolati».

Se sei o pensi di essere vittima di stalking, se sei vittima di violenza di genere o temi di poterlo essere ed hai paura della tua incolumità puoi chiamare il

NUMERO GRATUITO DI PUBBLICA UTILITÀ 1522

Il 1522 è stato attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità con l’obbiettivo di sviluppare un’ampia azione di sistema per l’emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne. Nel 2009, con l’entrata in vigore della L.38/2009 modificata nel 2013 in tema di atti persecutori, ha iniziato un’azione di sostegno anche nei confronti delle vittime di stalking.
Il numero di pubblica utilità 1522 è attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile. L’accoglienza è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco.

COSA FARE SE SEI VITTIMA DI STALKING O VIOLENZA


🏠 2. Rivolgiti a un centro antiviolenza
Sono presenti in tutta Italia e offrono:

  • Accoglienza protetta (anche case rifugio)

  • Supporto psicologico

  • Assistenza legale gratuita

  • Sostegno per l’autonomia lavorativa e abitativa

    Trova quello più vicino a te:
➡️ Mappa dei centri su D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza

👮 3. Denuncia alle forze dell’ordine
Puoi andare da:

  • Carabinieri

  • Polizia di Stato

  • Polizia municipale

    Puoi denunciare anche solo i comportamenti persecutori (messaggi, appostamenti, minacce). La denuncia può portare a:
  • Misure cautelari per proteggerti (es. divieto di avvicinamento, braccialetto elettronico)

  • Attivazione del Codice Rosso, che dà priorità e tempestività agli interventi nei casi di violenza domestica o di genere

  1. Raccogli le prove
    Conserva tutto ciò che può servire come prova:
  • Messaggi (sms, email, social)

  • Screenshot delle chiamate

  • Testimonianze di amici o vicini

  • Referti medici, se ci sono state aggressioni

  1. Chiedi supporto legale
    Hai diritto al patrocinio gratuito, anche se hai un reddito. Avvocati esperti in materia ti possono assistere nelle denunce, nei procedimenti penali e per misure cautelari o separazioni.
  2. Chiedi supporto psicologico
    Molti centri antiviolenza offrono terapia gratuita, individuale o di gruppo. È fondamentale ricostruire la tua sicurezza e fiducia dopo una situazione di abuso.

💬 Ricorda

  • Non è colpa tua.

  • Parlarne è il primo passo per uscirne.

  • Chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza.

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