
L’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump, celebrato a livello internazionale come un primo passo verso un riavvicinamento tra Stati Uniti ed Europa dopo il conflitto sui dazi, non ha riscosso unanimi consensi in Italia. Tra chi ha espresso perplessità c’è Michele Serra, giornalista e autore noto per le sue posizioni progressiste, intervenuto durante la trasmissione Piazzapulita su La7, condotta da Corrado Formigli.
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Una sintonia prevedibile ma discutibile
Secondo Serra, il legame emerso tra Meloni e Trump non sorprende: “Appartengono alla stessa parte politica, quindi era inevitabile che riuscissero a stabilire una corrente di simpatia”. A colpire l’autore non è tanto l’alleanza in sé, quanto le modalità con cui è stata cementata.

“Mi ha fatto abbastanza impressione – ha dichiarato – che Meloni, per rendersi bene accetta a Trump, abbia sottolineato di condividere le sue politiche sull’immigrazione e la sua opposizione alla cultura woke”. Un punto, questo, che Serra contesta apertamente, sostenendo che tali posizioni si basino su “casi estremi e strumentali” utilizzati per delegittimare qualsiasi forma di politica inclusiva.
Attesa per le prossime mosse
L’intervento si chiude con un invito alla prudenza: “Dobbiamo vedere cosa succede. Se davvero Meloni ha parlato a nome degli altri Paesi europei, e se davvero Trump verrà in Italia. E quando verrà, parlerà solo con Meloni o anche con altri?”. Un interrogativo che riflette la tensione tra l’entusiasmo politico di facciata e i dubbi sollevati nel dibattito interno.