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Ancelotti via da Madrid: le clamorose voci su un futuro in Italia. Dove lo aspettano

Pubblicato: 19/04/2025 13:56

Carlo Ancelotti lascia il Real Madrid. Stavolta davvero. Dopo l’eliminazione dalla Champions, pesante e dolorosa, il tecnico emiliano saluta la Casa Blanca. E Madrid risponde con affetto, ma senza genuflessioni. Nonostante un palmarès monumentale – quindici trofei in sei anni, compresa la storica Decima – Florentino Perez ha scelto di chiudere un ciclo.

Lo sa anche lui, Carletto: è finita. Il grande pacificatore, l’uomo delle alchimie silenziose, lascia un posto libero dove anche i miti hanno una data di scadenza. E al suo posto probabilmente arriverà un allenatore spagnolo, o forse Jurgen Klopp.

Tre strade davanti: Brasile, riposo o ritorno a casa

La Seleção lo aspetta. Ma anche Roma e Milan

Il futuro? Ci sono tre possibilità. Una via conduce in Brasile, dove la nazionale verdeoro lo corteggia da tempo. L’altra è quella del riposo dorato, dopo una carriera a macinare trofei e panchine in ogni angolo del mondo. Ma c’è una terza opzione. Più romantica, più complessa. Un ritorno in Italia, là dove tutto è cominciato. Dove la voce degli affetti suona ancora forte.

Alla Roma, Ancelotti ha vissuto l’inizio della sua epopea: 227 presenze, uno scudetto nel 1983, e il cuore che ancora vibra. Al Milan, invece, ha scritto la leggenda. Da giocatore, poi da allenatore. Due Coppe dei Campioni, due Intercontinentali, e un’eredità che a Milanello non si è mai dissolta. Silvio Berlusconi lo vedeva sul tetto del mondo, e aveva ragione. Oggi non c’è più Galliani a cantargli Venditti, ma le parole restano nell’aria: “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

L’ostacolo si chiama ingaggio. Ma il cuore…

A Madrid Ancelotti guadagna dieci milioni netti a stagione. Una cifra che né Roma né Milan possono permettersi. Ma nel calcio – e nella vita – i soldi non sono tutto. Lo sa anche Arrigo Sacchi, che si è esposto: Se fossi nel Milan, una chiamata ad Ancelotti la farei”. Perché il tecnico emiliano è un uomo che ricostruisce. E Milan e Roma oggi, più dei trofei, hanno bisogno di un’identità. Di qualcuno che metta ordine, che restituisca senso alla passione.

Sergio Conceiçao lascerà il Milan, Claudio Ranieri ha annunciato l’addio alla panchina della Roma. E in quel vuoto, l’eco di un ritorno possibile prende forma. A Milanello serve un faro per uscire dal grigiore tecnico e valoriale. A Trigoria, i Friedkin vogliono rilanciare, anche se frenati dal fair play finanziario. Ancelotti potrebbe non trovare Champions né milioni, ma troverebbe fame. E voglia. Forse è più di quanto chieda oggi.

Le parole che riaccendono la speranza

Lui, del resto, non ha mai chiuso davvero la porta. Tornerò alla Roma, sono in debito: mi ha fatto divertire”, ha detto. E ancora: “Il Milan ha segnato la mia vita, è la squadra del mio cuore”. Parole che lasciano uno spiraglio. O forse somigliano a una promessa. E allora, se certe storie davvero ritornano, l’Italia ti aspetta, Carletto. Roma o Milano che sia.

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