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La Corte Suprema congela le deportazioni di Trump: “Nessun rimpatrio”

Pubblicato: 19/04/2025 09:01

Stop temporaneo alle espulsioni dei presunti membri della gang venezuelana Tren de Aragua, attualmente detenuti in Texas. È quanto deciso dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha emesso un’ordinanza intimando all’amministrazione di Donald Trump di non procedere con le deportazioni fino a nuovo ordine.

Una decisione interlocutoria, che non accoglie né respinge formalmente il ricorso presentato dagli avvocati dei detenuti, ma che nella sostanza congela l’intero procedimento, imponendo la tutela dello status quo in attesa di una verifica legale più ampia.

Nel dispositivo si legge che “il governo è tenuto a non espellere alcun membro della presunta classe di detenuti dagli Stati Uniti fino a nuovo ordine di questa corte“. Due giudici della maggioranza conservatrice, Clarence Thomas e Samuel Alito, hanno espresso dissenso rispetto alla misura.

Il caso ruota attorno all’utilizzo da parte della Casa Bianca dell’Alien Enemies Act, una legge del Settecento concepita in tempo di guerra, invocata oggi per giustificare l’espulsione di migranti accusati di legami criminali. Tra questi, proprio i presunti affiliati al Tren de Aragua, gruppo accusato di traffico di esseri umani, estorsioni e omicidi tra Venezuela, Colombia e America Centrale.

A opporsi è anche l’American Civil Liberties Union, che ha rappresentato i detenuti in un’azione legale collettiva: “Chiediamo solo che questa corte preservi lo status quo in modo che i membri della class action proposta non vengano inviati in una famigerata prigione in El Salvador prima che il sistema giudiziario americano possa garantire loro un giusto processo”, si legge nella memoria.

Per ora, i detenuti restano rinchiusi nel centro di detenzione Bluebonnet ad Anson, in Texas. Ma il caso è destinato a diventare uno snodo giuridico e politico nel confronto tra poteri e nella strategia muscolare del secondo mandato Trump sui temi dell’immigrazione e della sicurezza.

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